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Bretagna!
Carissimi fratelli di caravan, il viaggio di questa estate avrà per tema la terra dei Celti,la mitica Bretagna.
Erano parecchi anni che avevamo in programma questa meta e finalmente è giunto il momento di realizzarla.
Il fascino della Bretagna è grande,terra di miti e leggende, terra di grandi e indomiti navigatori, questa regione racchiude quanto di meglio un caravanista possa desiderare: tanta natura, panorami mozzafiato, falesie sul mare,oceano,paesi tipici, accoglienza turistica di alto livello a prezzi relativamente contenuti.
La preparazione dell’itinerario mi è costata non poca fatica in quanto le cose da vedere sono talmente numerose che nonostante le 4 settimane a disposizione abbiamo dovuto necessariamente eliminare alcune mete a scapito di altre, e la scelta vi assicuro non è stata facile, ogni luogo/sosta portava con se altre situazioni limitrofe da visitare in una susseguirsi esponenziale che mi ha messo in difficoltà.
Alla fine si è optato per le mete classicamente imperdibili con con l'aggiunta di qualche chicca meno conosciuta dai viaggiatori nostrani: una fra tutte il festival Interceltico di Lorient che ospita ogni anno i rappresentanti di tutte le regioni celtiche di Francia e Gran Bretagna in un tripudio di concerti folk, cornamuse, danze e fiumi di birra.
Ci sposteremo molto, quasi giornalmente, sarà un viaggio a vocazione fortemente itinerante ma con possibili variazioni a seconda dell’esigenza del momento.
Per quanto riguarda le tappe di avvicinamento abbiamo deciso di prenderci tutto il tempo necessario, prevediamo di percorrere con tutta calma i 1240 km che ci separano dalla Bretagna, durante l’avvicinamento non abbiamo stabilito nulla, ci fermeremo a istinto ed a seconda delle esituazioni.
Quindi all’andata niente autostrada, niente trafori: entreremo in Francia dal Passo del Moncenisio, magari sostando quella notte al fresco davanti al lago a quota 2000, vedremo.
D'altronde le statali francesi hanno fama di essere molto valide, abbiamo avuto modo di testarle già in passato.
Abbigliamento: credo che viaggeremo belli carichi, in virtù della grande variabilità del clima bretone sarà necessario portarsi di tutto, dai vestiti leggeri ai capi tecnici anti vento ed anti pioggia.
Ci vestiremo a strati, abbigliamento rigorosamente tecnico per poter affrontare adeguatamente vento, pioggia e repentino sole caldo.
Per quanto riguarda la dotazione caravanistica sarà tutto ridotto al minimo a causa dei continui spostamenti:niente cucina esterna, un solo fornello a singolo fuoco da usare in esterno se le condizioni meteo ce lo dovesse consentire ed il tavolo con le sedie. Nulla più.
Il treno caravanistico è sempre lo stesso che dal 2009 ci porta in giro per l’Italia e per l’Europa: la mitica Tabbert Comtesse trainata dal Bestio: Jeep Grand Cherockee.
Tagliandi fatti, verifiche fatte, funziona tutto alla grande.
L’emozione come sempre e’ tanta, vi terrò aggiornati strada facendo, grazie al fatto che ormai il roaming non si paga potrò relazionarvi in tempo reale sullo svolgimento di questa avventura.
6 agosto Moncenisio km264
ore 15
Eccoci in sosta al lago del Moncenisio, il nostro viaggio è iniziato con una prima avventura: avevo letto che lungo il lago ci sono diversi punti dove scendere alcuni semplici ed altri meno, tutti comunque sterrati.
Noi come logico ci siamo andati ad imbarcare nella discesa più balorda tra tutte quelle a disposizione: la strada semplice che arriva alla diga non è segnalata e non la si vede a meno di non conoscerla, invece si vede benissimo quella balorda: la si prende e sembra semplice dopo qualche decina di metri quando ormai è impossibile tornare indietro lo sterrato si riempie di buche e si fa molto ripido, in alcuni punti ripidissimo.
Siamo arrivati in fondo incolumi ma se non avessimo avuto un fuoristrada ce la saremmo vista brutta.
Appena arrivati al parcheggio ai piedi della diga due camperisti sono venuti a complimentarsi con noi per l’impresa, l’anno prima ci erano cascati anche loro.
Io ho pensato che non dovevano compliementarsi con me ma con la mia trattrice, a lei mando in segreto un pensiero di ringraziamento.
Adesso andiamo a fare quattro passi lungo il lago, siamo al Moncenisio, 2000mt slm, fa freddo.
Fimalmente dopo giorni di sofferenza da afa milanese, qui ci saranno 15 gradi a malapena.
Ore 19
Siamo di ritorno da una bella passeggiata,lungo la diga si accede ad un sentiero escursionistico che porta a diverse mete, noi siamo andati ad un vicino forte in rovina, molto bello da visitare e meraviglioso il panorama che si offre su tutto il lago del Moncenisio.
Adesso siamo rientrati in roulotte, a 2000mt non si sta all’aperto quando arriva la sera, ci aspetta una buona zuppa calda, un bicchiere di vino, una pianificazione dell’itinerario di domani ed una buona nanna.
Domattina di buon’ora lasceremo l’alta montagna, si scenderà nelle pianure francesi dirigendoci verso nord-ovest, la terra dei celti ci attende.
7 agosto Borgogna, borgo di Charolles km 345
La discesa in pianura dalla frescura dell’alta montagna è stata traumatica, partiti alle 8 dal Moncenisio la prima parte del viaggio verso ovest è stato molto piacevole, le statali francesi si sono dimostrate all’altezza delle nostre aspettative:scorrevoli,poco trafficate, piacevoli.
Abbiamo pranzato in un’area di sosta lungo una provianciale all’ombra di grandi alberi su tavolini di legno appositamente predisposti per i pic nic, man mano che scendevamo di quota e che trascorrevano le ore della giornata il caldo aumentava e si faceva opprimente fino a toccare la temperatura di 37 gradi.
Alle 5 del pomeriggio eravamo bolliti dal caldo nonostante l’aria condizionata in auto, abbiamo quindi deciso che continuare non aveva molto senso: per macinare 100km in più avremmo accumulato altra stanchezza e fatica abbiamo quindi deciso di cercare un campeggio.
L’occasione non si è fatta attendere,la Francia è un granzia in questo, una rapida consultazione nel web e la decisoone di uscire nel borgo di Charolles, in Borgogna, il Campin Municipal ci attendeva.
Pulito, ordinato,alla modica somma di 14 euro al giorno comprensivo dell’ingresso nella adiacente piscina comunale il Campin Municipal di Charolles si è dimostrato una scelta azzeccata.
Dopoa ver passato una bella ora in piscina rinfrescarci ci siamo prepararti una cenetta ed alla sera siamo andati a visitare il borgo.
Molto bella Charolles,racchiusa tra due piccoli fiumi e con romantici ponticelli e con un centro storico antico e bello.
La Borgogna con i suoi borghi, i suoi castelli, i suoi famosi vini abbiamo scoperto che meriterebbe una visita più approfondita ma il tempo è tiranno,domattina rimetteremo il timone a nord ovest,siamo appena a metà della nostra marcia di avvicinamento alla Bretagna.
8 agosto Candes st. Martin km 380
La giornata di oggi è stata dedicata all’attraversamento del centro della Francia, il suo cuore agricolo pulsante.
Percorrendo le sue strade statali (chiamate “N”) e provinciali (denominate con “D”) abbiamo toccato con mano l’immensa “provincia francese”: chilometri e chilometri ed ancora chilometri di campi a foraggio,mais e girasoli.
La maggior parte dei terreni erano destinati al foraggio per alimentare il gran numero di mucche che pascolavano libere in immensi appezzamenti di terreno.
Abbiamo, coem da programma, accuratamente evitato le autostrade, e le meravigliose e semideserte statali si srotolavano senza interruzione in direzione ovest.
I saltuari paesi che incontravamo erano piccoli, ben tenuti,puliti, ordinati e pieni di fiori. Paesi di agricoltori,spesso antichi, con case in pietra con i classici tetti a spiovente.
Il turismo era quasi esclusivamente francese e qualche olandese, non abbiamo incontrato nemmeno un camper di Italiani, chissà, saranno tutti a Mont Saint Michel incastrati uno sopra l’altro.
Invece la Francia rurale dell’interno merita più di una visita,meriterebbe una vacanza: foreste,fiumi, laghetti, castelli, paesi antichi, piste ciclabili.
Quasi ogni paese meritava di essere visitato, chi per il centro storico lastricato, chi per via di un castello, chi perchè segnalato come “village etape”.
Abbiamo spesso, troppo spesso, dovuto lottare per non cadere come i marinai ipnotizzati dal canto delle sirene: ci dovevamo forzare a tirare dritto,altrimenti la nostra meta (la Bretagna) non sarebbe mai stata raggiunta e la nostra vacanza sarebbe diventata altro.
Due tappe però le abbiamo fatte, la prima:Sencoin, attratti dal mercato, abbiamo parcheggiato lungo la strada principale, e ci siamo fatti una passeggiata tra le bancarelle, mentre gli abitanti del luogo pranzavano nei bar e nei ristorantini come se fosse un giorno di festa.
La seconda sosta l’abbiamo fatta a Chatillon, nel centro della Francia, regione dell’Indre. La provinciale ci passa di fianco, immediatamente ci rendiamo conto che si tratta di una chicca, dopo poche centinai di metri ci si presenta davanti agli occhi un grande parcheggio deserto, ci fiondiamo dentro senza nemmeno pensarci,convertiamo il frigo a gas e via a visitare Chatillon.
Paese fortezza del XII secolo,case in pietra,fiori ovunque sui balconi, visita alla torre dalla quale si gode una magnifica vista su tutta la valle dell’Indre.
Eravamo tra i pochissimi privilegiati a visitare una simile bellezza,aiutatti dalla temperatura assulamente mite (26 gradi, altrochè i 37 di ieri) siamo ripartiti con un pò di dispiacere pensando che in Bretagna queste situazioni caratterizzate da così poco turismo saranno un sogno.
Mi sono anche chiesto perchè così pochi europei snobbino l’interno della Francia frequantata prevalentemente da turisti francesi,
Forse ci manca il coraggio di cercare mete alternative o atipiche, tutti ci si butta su luoghi supersicuri o gettonati come Bretagna o Normandia, e ci sta per carità! Ma perchè arrivarci attraverso l’autostrada bypassando le meraviglie dell’interno? Dedicarci qualche giorno durante l’avvicinamento sarà uno sforzo ampiamente ripagato.
In questo momento siamo a Candes saint Martin in un campeggio sul fiume, niente di speciale per carità, il campeggio è piuttosto decadente, ha evidentemente vissuto gorni migliori ma è una buona tappa per ripartire domani con slancio.
La semplicità di questo camping ci piace:nessuna piazzola delimitata, un immenso spiazzo erboso e alberato, alla reception un cartello recita: “chiusura ufficio alle 19,30” noi si arriva alle 19,29, già tutto chiuso.
Chiediamo ad un campeggiatore, ci dice di piazzarci, domattina passerà il proprietario per la registrazione.
I campeggiatori qua sono tutti ciclloturisti o caravanisti/camperisti itineranti, molti con le mappe aperte sulle ginocchia a studiare l’itinerario del giorno dopo, mi gioco il timone della caravan che la maggior parte di loro domattina partirà di buon’ora e nel pomeriggio ci sarà il ricambio di quasi tutta la popolazione.
Noi saremo tra quelli, domattina presto partiremo alla volta di Saint Anne d’Auray la nostra prima tappa bretone.
Certo, rispetto al nostro programma siamo in ritardo, oggi avremmo già dovuto arrivare,in effetti percorrere solo 380 km in una giornata non è molto ma dipende che cosa si cerca in una vacanza, noi stiamo trovando una meraviglia dietro ogni curva, una sopresa dentro ogni paese, chi ha fretta vola in autostrada,non ha tempo da perdere in queste quisquilie.
Una riflessione: rispetto al nostro precedente viaggio in Francia, avvenuto una decina di anni fa abbiamo notato con un certo dispiacere che il numero di caravan circolanti è grandemente diminuito rispetto a quello dei camper: anche i francesi sembrano essersi adeguati a questa tendenza,peccato.
9 agosto Saint Anne d’Auray km 288
Siamo arrivati nel primo pomeriggio al Camping Municipal du Motten, classico camping munipal: niente animazione,prezzi calmierati insomma tanta resa poca spesa.
Ci assegnano una piazzola senza ombra, ringraziamo considerato il fatto che la temperatura non supera i 18 gradi.
Ci sono campeggiatori inglesi e francesi, noi come da quando siamo partiti dall’Italia ci sentiamo mosche bianche, ma ben sappiamo che questa sensazione tra pochi giorni finirà.
Alla reception ci avvisano: questa notte ci sarà in paese una fest-noz, wow che fortuna! si entra subito nel vivo delle tradizioni della Bretagna!
Un riposinoe poi via, alle 19 ci fiondiamo alla festa. Eccoci di ritorno dalla nostra prima “fest-noz”.
Le fest-noz bretoni possono essere assimilate, molto sommariamente, alle nostre sagre. In comune con le sagre hanno il cibo e la musica ma le affinità finiscono qua, le feste-noz sono delle vere e proprie celebrazioni della cultura celtica in generale e bretone in particolare: solitamente nel pomeriggio si svolgono lezioni gratuite di danza, la sera invece si svolgono le danze tradizionali accompagnate da gruppi che suonano dal vivo.
Le danze bretoni avvengono in cerchio tenendosi per mano e movendosi secondo passi ben codificati. I gruppi suonano con strumenti acustici tipici: violini, arpe celtiche, chitarre. I bar ed i ristoranti cucinano fino a tarda ora accompagnando le danze con piatti tipici: gallette, crêpes,moules(molluschi). La nostra prima feste-noz non è durata molto in quanto eravavamo um po stanchi del viaggio, ma ci rifaremo domani in quanto andremo a Lorient dove in questi giorni si sta svolgendo il festival Interceltico, il più grande raduno di genti e popolazioni celtiche d’europa, attendo questo momento da anni, al mio ritorno vi racconterò.
10 agosto Eccoci di ritorno dal Festival Interceltico di Lorien: senza ombra di dubbio merita tutta la fama di cui gode, non a caso e’ il più grande festival di Francia con 500.000 visitatori all anno.
Tutto e’ organizzato nel dettaglio in modo da agevolare il visitatore, ad iniziare dai parcheggi: capillari, gratuiti e facili da identificare. Info point ovunque per dare assistenza ed informazioni. Un aneddoto: Appena entrati in città abbiamo chiesto ad un ragazzo dove fosse il festival, candidamente ci risponde che tutta la città e’ un festival.
Inizialmente siamo rimasti perplessi da questa risposta ma poi abbiamo capito il senso della sua affermazione: ovunque c’erano eventi, bancarelle, musica, gente. L’intera città di Lorient partecipa all’evento aprendosi ed accettandolo a braccia aperte. La maggior parte degli eventi sono gratuiti, sotto le tensostrutture oppure allo stadio suonavano gruppi di musica tradizionale, le cornamuse,le bombarde, le celtic pipes erano presenti ovunque ed il loro suono rimbomba ancora nelle mie orecchie.
La sensazione struggente di un concerto di cornamuse e’ difficile da descrivere ed impossibile da dimenticare, ti riempie il cuore.
Nei vari stand gastronomici e’ possibile mangiare piatti tradizionali bretoni come le cozze con patate fritte oppure gallettes o crêpes.
Tra le bevande spiccavano le birre bretoni od il buonissimo sidro.
Molti erano vestiti in abiti tradizionali, altri provenienti dal Galles o dalla Scozia rigorosamente in kilt.
Concludendo, ritengo che un viaggio in Bretagna non dovrebbe prescindere da una tappa di almeno un giorno in questo Festival, noi siamo stati fortunati a poter partecipare, possiamo dire: “noi ci siamo stati.”
11 agosto La prima parte della giornata di oggi è stata dedicata alla visita dei menhir di Carnac.
Carnac e’ il luogo al mondo con il maggior numero di megaliti; non sono alti come quelli di Stonehenge ma sono più antichi, i più datati risalgono a 5000 anni fa. Sono tutti inspiegabilmente allineati in file parallele, da cui il nome di “alignements”.
Noi per visitare i due siti ci siamo affidati al praticissimo bus turistico con audio guida in italiano, questo ci ha fatto risparmiare parecchio tempo perché gli alignements sono dislocati fuori Carnac in due siti distanti circa un paio di km.
Nel pomeriggio abbiamo visitato una spiaggia nella vicina penisola di Quiberon mentre abbiamo dovuto rinunciare ad arrivare al famoso paese omonimo situato nell’estremita sud della penisola a causa del notevole traffico di auto che ivi si dirigevano, temendo di dover trascorrere il pomeriggio in un infernale imbottigliamento abbiamo deciso di visitare il paese di Quiberon domani servendoci del trenino che qui chiamano simpaticamente “tire-buchion” e cioè “cavatappi”.
Lo prenderemo alla stazione di Auray e con poca spesa e tanta resa ci porterà fino a Quiberon.
Poiché le cosa da visitare sono tante abbiamo deciso di sfruttare la parte di pomeriggio che ci rimaneva per vedere la bellissima cittadina medioevale di Vannes, che con le sue tipiche case a graticcio e la maestosa cattedrale gotica merita di essere visitata magari soffermandosi in una delle tipiche creperies del centro facendo uno spuntino e sorseggiando del buon sidro
12 agosto Visita al paese di Quiberon.
Comodissimo arrivarci con il tire-bouchon con 6,50 euro si va e si torna da Auray senza imbottigliamenti.
Quiberon ad essere sinceri non offre nulla di particolare: classico paese di vacanza marina con caffè,ristoranti e case in affitto. Si può fare shopping acquistando abbigliamento marino a prezzi buoni.
Mentre ci sorseggiavamo una birra in un baretto sulla spiaggia ha iniziato a piovere, di quella pioggia fine e fitta tipica di queste parti, c’era chi indisturbato continuava la sua passeggiata sulla spiaggia. Abbiamo pranzato a formaggio di capra e baguette sotto un riparo di fronte all’oceano, sferzati dal vento.
Impagabile.
La modalità di vivere la spiaggia a queste latitudini e’ completamente diversa da quella che conosciamo noi: con temperature massime di 22 gradi non si può c’ero pretendere di fare vita da spiaggia stile Adriatico: qua la gente passeggia, pratica molti sport acquatici legati al vento come kite o windsurf, e quand’anche si piazza in asciugamano e costume la cosa dura poco: basta una nuvola (e ne transitano parecchie ve lo posso assicurare) per rendere difficoltoso lo spiaggiamento, subito ci si deve coprire con felpa per non sentire freddo.
Ultima serata nella baia di Morbihan, abbiamo deciso di chiudere in bellezza partecipando alla festa bretone di Arradon, ci siamo persi l’esibizione del bagad locale(in Bretagna il bagad e’ l’ensemble di musica folk tradizionale) ma ci siamo gustati la fes-noz con gruppi rock folk locali e relative danze in cerchio. Il tutto contornato da stand gastronomici.
13 agosto
Di buon’ora abbiamo lasciato il camping du Motten a Saint’Anne d’Auray dirigendo il timone del treno caravanistico verso Pont Aven dove siamo arrivati attorno alle 11, abbiamo parcheggiato auto e roulotte un un grande parcheggio e ci siamo incamminati lungo il sentiero che costeggia il fiume Aven. Pont Aven e’ famosa per aver ospitato dal 1880 al 1890 Paul Gaugin che, in contrapposizione all’impressionismo fondo proprio in questo luogo la scuola simbolista. Gli incantevoli luoghi nei dintorni di Pont Aven ben si prestavano a venire rappresentati dal pittore e dai suoi seguaci. Di grande ispirazione per Gaugin deve essere senz’altro stato il pittoresco sentiero che costeggia il fiume, immerso nei boschi.
La cittadina stessa e’ molto bella e merita una visita, oggi sede di galleria d’arte che si ispirano tutt’oggi alla scuola fondata da Gaugin.
Dopo un pranzo consumato in roulotte siamo ripartiti alla volta di Concarneau, camping Au Mulin d’Aurore. Il campeggio non ci ha fatto una grande impressione, non saprei dirvi perché con certezza, da segnalare le prese delle colonnine: attacco francese oramai ampiamente in disuso, meno male che disponevo di apposito adattatore, alcune prese vistosamente bruciate a seguito di sovraccarico, insomma la sicurezza lascia davvero a desiderare. Di buono il prezzo: 22 euro tutto compreso. Ci siamo posizionati in piazzola senza sganciare, lo scopo della sosta e’ limitato alla visita della Ville Close, domattina ripartiremo.
Concarneau e’ famosa in tutta Francia proprio per la sua Ville Close: città fortificata posta su un isolotto da cui si accede tramite un ponte levatoio o mediante un mini barchino che parte dal porto.
Potenzialmente molto bella a causa delle mura perfettamente conservate e delle sue case in pietra risalenti al XIII secolo, la Ville Close in realtà e’ una immensa trappola per turisti: migliaia di persone si riversano nelle sue vie le cui case al piano terra sono state trasformate in negozi di souvenir:folle vocianti ed inconsapevoli che si urtano, consumano, urlano e si infilano a casaccio in ogni negozio come se fossero in un centro commerciale. Da questa visita abbiamo tratto un insegnamento molto importante: mai mai e poi mai venire in luoghi tanto famosi nell’ora di punta, i prossimi (e fra tutti Mont Saint Michel) li visiteremo all’alba.
14 agosto
Prima di lasciare il campeggio di Concarneau non abbiamo potuto fare a meno di notare qualche particolarità: la presenza in campeggio delle “gens du viages” persone che hanno scelto di vivere in roulotte.
Non si tratta di gitani (che in francia sono comunque tanti) ma di francesi che hanno un lavoro stabile e vivono in caravan.
All’iizio non avevamo capito il senso di queste roulotte di alta categoria,turre rigorosamente biasse, disposte a cerchio e con trattrici di prim’ordine o furgoni, poi alla sera abbiamo visto uno di questi furgoni aperti, era pieno di capi di abbigliamento pronti per essere messi in vendita! Il loro mestiere era quello di fare i mercati, infatti questa mattina in campeggio i forgoni non c’erano più, erano partiti tutti molto presto, restavano le mastodontiche caravan ada attenderli dopo una giornata di lavoro.
Un’altra chicca in cui ci siamo imbattuti è quella dei treni multipli: li avevamo già visti nel nostro precedente viaggio in Francia: camion, solitamente circensi, che trainano due rimorchi,in pratica autotreni con due o anche tre rimorchi.
14 agosto: Penmar’ch, camping de la Joie, località Saint Guenolè.
Ci siamo accorti subito che la zona ci sarebbe piaciuta: poco turismo, grandi spazi, orizzonti infiniti.
Arriviamo al campeggio, temperatura 18 gradi,piove finissimo orizzontalmente, gli obrelli sono totalmente inutili in Bretagna.
Ci accolgono con calore alla reception e ci dicono di posizionarci dove preferiamo.
Il campeggio, il cielo, il clima e la zona tutta ci ricordano il Grande Nord: piazzole senza alberi, tanto sono inutili, è importante stare in piena apertura per prendere il poco sole quando c’è e per evitare sgocciolomanti d’acqua dopo le pioggie, piazzole con tappeto erboso foltissimo e ben rasato, si cammina piedi nudi.
Pranziamo all’aperto,fornelletto esterno, cuciniamo un filetto di merluzzo,una buona insalata e durante il pasto cade qualche goccia finissima di pioggerellina, non ce ne curiamo, come nessuno d’altronde fa da queste parti, passa la pioggerella, terminiamo il nostro pranzo con una buona birra Bretone, silenziosi e ammalliati dalla bellezza del posto.
Vento, rumore dell’oceano sullo sfondo (dista 50 metri) forte odore di mare e salmastro, profumo di alghe.
Siamo nel Grande Ovest, Finisterre, cuore della Bretagna. Questo cercavamo, siamo felici e basiti.
14 agosto, Penmar'ch
Nel pomeriggio siamo andati a vistare il famoso faro di Echmul, uno dei più grandi e tra i pochissimi aperti al pubblico di Francia.
Per arrivarci si percorre a piedi partendo dal campeggio un bel sentiero costiero che costeggia l’oceano, l’odore di mare e di alghe si mescola al canto dei gabbiani,le maree sono importanti: ogni 6 ore cambiano e l’escursione è notevolissima, tanto da far cambiare completamente aspetto alla costa che andrebbe vista in entrambe le modalità di alta e bassa marea per poterne apprezzare appieno le caratteristiche.
Questo tratto di costa è cosparso di fari,radiofari e boe luminose a causa della estrema difficoltà di navigazione che la contraddistingue: innumerevoli sono stati i naufragi negli anni passati a causa delle forti correnti, dei venti impetuosi e degli scogli affioranti; da qui la necessità di costruire fari di ogni tipo.
Io che di fari sono un appassionato mi sono sobbarcato con pazienza l’ora di coda per visitare il Faro di Echmul,questa mirabile costruzione della seconda metà dell’800, ma quando mi sono trovato al suo interno ed ho visto che i 307 gradini della scala a chiocciola erano protetti solo da un basso corrimano ho dovuto desistere,le vertigini, di cui soffro da sempre hanno avuto la meglio sulla mia forza di volontà.
Peccato, con i suoi 65 metri di altezza è uno dei più grandi di Francia. Siamo tornati in campeggio, birretta di aperitivo e via con una buona cena.
Il campeggio si è confermato molto valido, silenzioso, discreto, servizi di buona qualità.
I francesi hanno la passione delle bocce: non c’è campeggio senza un campo di bocce e stasera c’era il campionato del Camping de la Joie, al vincitore una boccia di vino.
15 agosto Questa mattina abbiamo assistito ad un “Pardon”.
In Bretagna i Pardon sono l’equivalente delle nostre processioni in occasione delle festività dei santi patroni con la particolarità che talvolta vengono inseriti elementi pagani quali canti, cori e concerti di musiche bretoni.
Nel caso del Pardon di Penmar’ch tutto si è svolto secondo il rito cattolico cui siamo abituati: processione con in testa la Madonna e gli stendardi dei santi che nel quinto secolo hanno portato la cristianita’ in Bretagna.
Prima della processione ha avuto luogo la “benedizione del mare” per auspicare mari calmi e pesca generosa e senza pericoli per i pescatori della regione. Guardando l’oceano di fronte al quale veniva fatta la benedizione non c’è da stupirsi di una simile cerimonia: scogli affioranti, maree, onde e venti devono aver mietuto parecchie vittime nei secoli passati.
Nel pomeriggio abbiamo partecipato ad una festa bretone in un paese vicino: si è esibito in gruppo di danzatori in abito tradizionale ed un coro di canti di marinai, molto bravi entrambi, una chicca per gli amanti del genere.
A seguire abbiamo visitato il vicino paese di pescatori Le Guilvenec, molto bello con questi pescherecci dipinti a vivaci colori, canti di gabbiani ed i locali che con gli stivali, approfittando della bassa marea andavano a pesca di mitili, questa pratica viene qui chiamata “pesca di terra”.
A Guilvenec siamo anche andati a visitare un negozio, l’Alguerie, specializzato nella vendita di alghe commestibili, noi lo conoscevamo perché a Milano con il nostro gruppo di acquisto facciamo ordini di alghe 3 o 4 volte l’anno,.
Nel tardo pomeriggio tanto per non farci mancare nulla abbiamo ripreso la macchina e siamo andati a visitare Quimper, la capitale culturale e della Bretagna.
Quimper,Kemper in bretone, significa “alla confluenza” e così e’ in realtà, si trova alla confluenza di due fiumi, solcata da ponti pieni di fiori, il centro storico chiuso al traffico è caratterizzato dalle classiche case a graticcio, di mirabile bellezza la cattedrale gotica con le sue due torri.
Abbiamo cenato in un ristorante indiano, ah! La globalizzazione! Perché siamo già stufi della cucina bretone, troppo grassa e caratterizzata da molluschi,carne, patate fritte.
Insomma per me che sono vegano mangiare in giro non è facile, avevo messo in conto che avrei dovuto adattarmi e lo sto facendo tuttavia mi sono un po’ stancato, ho voglia di tornare ai miei piatti semplici con sapori semplici.
Aspettando la cena abbiamo fatto “riunione vacanze” abbiamo deciso che per quanto bello il camping de la joie e la zona di Penmarc’h sia arrivato il momento di partire, domattina visiteremo la Pointe de la Torche in auto poi agganceremo dirigendo il treno caravanistico verso la mitica Pointe di Raz, uno dei gran classici della Bretagna.
16 agosto
La giornata di oggi è iniziata di buon’ora con la visita a “les rocheres de Saint Guinole’, si tratta di rocce a picco sul mare assolutamente spettacolari, da visitare con molta attenzione a dove si mettono i piedi, come recitano i molto cartelli della zona “per non essere tu la prossima vittima” la caduta accidentale in mare sarebbe senza scampo, le onde pericolosissime anche in estate sfracellerebbero il malcapitato contro gli scogli.
A seguire siamo andati a vedere la suggestiva spiaggia di sabbia finissima e bianca di Pointe La Torche, piovigginava, i surfisti non se ne curavano, le onde erano alte per un divertimento assicurato.
Tornati in campeggio abbiamo agganciato , dopo un breve spostamento di una cinquantina di chilometri ci siamo fermati al campeggio di Primelin, il camping municipale Kermalero,ormai cerchiamo solo i municipal, poca spesa tanta resa.
Nel pomeriggio abbiamo fatto la tripletta “Poi te du Raz,baia dei trapassati, Pointe su Van”.
La Pointe di Raz merita tutta la fama di cui gode.
Considerata (anche se geograficamente non lo è) la propaggine più a ovest della Francia continentale, la Pointe di Raz viene visitata da due milioni di persone all’anno.
Un grande parcheggio accoglie auto e camper, una rete di sentieri in mezzo all’erica fiorita conduce il visitatore alla Punta.
Falesia a strapiombo sul l’oceano atlantico la Pointe di Raz e’ di una bellezza difficile da descrivere, lo sguardo spazia fino all’infinito lasciando il visitatore ammutolito.
Devo dire che i miei timori di trovarmi intruppato in mezzo ad una folla confusionaria e vociante si sono fortunatamente rivelati infondati: gente ce n’è molta è vero, ma lo spazio e’ talmente esteso che si trova certamente un angolino, un masso, un posto per sedersi e meditare di fronte all’oceano.
Lasciata la Pointe di Raz ci siamo diretti alla sua dirimpettaia e non meno bella Pointe di Van, qui eravamo quasi soli, ci siamo seduti a guardare L ‘oceano su questa falesia a centinaia di metri a strapiombo sul l’oceano mentre il sole tramontava davanti a noi, siamo venuti via attorno alle 21,30e c’era ancora piena luce, il Grande Ovest, dove il sole non vuol mai tramontare.
Ultima tappa prima Di rientrare in campeggio è stata la baia dei trapassati, da dove anticamente i corpi dei druidi venivano imbarcati per essere sepolti alla vicina isola di Sein.
17 agosto Douarnenez-Locronan
ogni vacanza ha il suo cul-de-sac perché a noi capita quasi ad ogni viaggio.
I fatti: come preannunciato decidiamo di puntare a Douarnenez, il campeggio lo cerchiamo sulla Lonely Planet “piccolo campeggio molto carino” le testuali parole della recensione. Impostiamo il navigatore che ci porta in una strada che va stringendosi sempre più, la strada è quella giusta, infatti ci sono tanti di cartelli incoraggianti che indicano il campeggio proprio in quella direzione.
Dico a Rosi “ sento puzza di cul de sac” e lei: “pure io”.
Insomma si avanza perché indietro non e’ più possibile tornare, strada a doppio senso di circolazione con una singola carreggiata larga cm 250.
Finalmente il cartello del campeggio: una bella scritta su un cartone scritto a pennarello: COMPLET. Gli dico a Rosi: vai a vedere se almeno si può entrare per girarsi ed uscire da questo inferno. Lei va, torna dicendo che il cancello e’ sbarrato, impossibile accedere.
Impossibile accedere, impossibile rimanere fermi perché devono passare le auto, impossibile fare retromarcia perché le auto parcheggiate impediscono la manovra. Un cul de sac insomma, e pure bello tosto. Non rimane che sganciare. Eseguiamo la manovra con velocità automatica, lo abbiamo fatto tante volte, l’unica variante e’ che non ci troviamo nella comodità di un campeggio ma sulla pubblica strada, bisogna fare velocemente ma al contempo tutto per bene, sono queste le classiche occasioni in cui si fanno danni a causa dell’ansia e della fretta.
E noi non ci facciamo prendere ne’ dall’ansia ne’ dalla fretta, operiamo con la giusta diligenza e la massima velocità possibile ma rimanendo in sicurezza.
Esce un signore da una porta, la roulotte a 50 centimetri da casa sua, gli dico “ci deve scusare, dovremo bloccare la strada per qualche minuto” “pas de problem” risponde quello, dice di essere uscito a vedere perché l’ultima volta facendo manovra gli avevano sfasciato la macchina.
Facciamo quello che dobbiamo fare, riagganciamo e salutiamo questo accogliente campeggio.
C’è n’è un’altro a poche centinaia di metri, la strada sembra più larga, proviamo. Arriviamo, reception chiusa per pausa pranzo, c’e’ da aspettare più di un’ora, questa volta lo spazio e’ sufficiente, ci giriamo e salutiamo sentitamente.
Di Douarnenez ne abbiamo abbastanza, andiamo diretti a Locronan, troviamo in rete l’indirizzo di un campeggio, telefoniamo, c’è posto, ci fiondiamo,Camping Locronan, 25 euro al giorno, terrazzato, pulito ordinato, vista sulla vallata.
Adesso siamo tornati a Douarnenez per una visita, a seguire Locronan, a sentire le guide il più bel borgo di francia.
Douarnenez, 17 agosto
Il paese di Douarnenez si è sviluppato fin dal tardo medioevo grazie alla pesca,pesca delle sardine e degli sgombri.
I suoi porti meritano una visita perche ospitano due musei dedicati alle imbarcazioni, il primo e’ un museo all’aperto che ospita diverse navi in disarmo ben conservate e visitabili, il secondo si trova nel capannone di una ex conserveria di sardine ed ospita modelli di barche da pesca e da diporto provenienti da tutto il mondo.
Ciò che di Douarnenez levguide non menzionano e’ che vale la pena di passeggiare anche nel suo centro storico, forse non tipico come altri blasonati centri storici di alcuni borghi (la Ville Close solo per citarne uno) ma sicuramente più sincero e non una trappola per turisti.
Abbiamo cenato in un ristorantino molto semplice sul porto a base di merluzzo e sardine. Rientrando ci siamo goduti il tramonto sulla cittadina.
Domani mattina ci alzeremo molto presto per visitare il borgo di Locronan (ci si arriva comodamente a piedi dal campeggio).
Ci alzeremo alle 6 in modo da iniziare la nostra visita attorno alle 7, vogliamo riuscire a passeggiare per le vie di questo borgo antico senza l’assillo dei migliaia di turisti che lo assediano tutti i giorni. Lasceremo il campeggio alle 11 (ora del check out) dirigendo il treno a Camaret-sur-Mer.
18 agosto Borgo di Locronan
Ci svegliamo di buon mattino,alle 6,30, fa freddo e come tutte le mattine accendiamo la stufa, meno male che abbiamo l’ultraheat, se avessimo usato sempre il gas la bombola non ci sarebbe durata tutta la vacanza.
Alle 8 siamo già a spasso per il borgo, deserto, silenzioso,bellissimo.
Si tratta di un antico borgo in pietra del 15mo secolo, originale in ogni sua parte.
I cavi elettrici sono tutti interrati, questo stratagemma conferisce in tutto e per tutto un aspetto medioevale,tant’e’ che viene utilizzato come location per diversi film.
Ai piani terra delle case si sono insediati negozietti, tutti fortunatamente chiusi vista l’ora ma comunque tutti di buon gusto: atelier di pittori o poeti, piccoli artigiani, sarti di abiti tradizionali, insomma non la classica paccottiglia delle trappole per turisti.
La cattedrale gotica del paese e’ molto molto bella, come tutte le cattedrali bretoni, stile medioevo totale.
Passeggiamo per i vicoletti lastricati in pietra lasciandoci trasportare dalle emozioni e dal silenzio, ci figuriamo come deve essere questo incantevole posto a metà pomeriggio quando viene regolarmente invaso fa frotte di turisti ululanti, ci sentiamo fortunati.
Si visita in poco più di un’ora Locronan, alle 10 siamo già pronti a partire, direzione Camaret-sur-Mer .
Temevamo un po’ questa sosta a Camaret-sur-Mer in quanto ieri al telefono quelli del camping municipal Lannic ci davano il tutto esaurito fino a tutta mattina, il pomeriggio non si sa.
In realtà avevamo già un piano B in caso di tutto esaurito: area sosta camper o sosta libera.
Ma la fortuna ci assiste, al nostro arrivo il Municipal ha diverse piazzole libere, ci assegnano la nostra, ci piazziamo.
19 agosto
La giornata di oggi è stata dedicata ad una bella passeggiata: partendo dal campeggio in direzione Pointe du Penhir abbiamo dapprima visitato il sito di menhir di Lagatjar, per certi versi mi ha colpito più di Carnac perché c’era molto meno gente, i menhir erano alti fino a tre metri, risalenti al 2500 AC, la loro particolarità è che sono disposti secondo la costellazione delle Pleiadi.
Ripartiti abbiamo parcheggiato la macchina vicino ai bunker tedeschi della seconda guerra mondiale, la loro visita merita certamente, e poi abbiamo seguito a piedi il sentiero per tre chilometri fino alla Punta di Penhir.
La Pointe de Penhir e’ forse ancora più bella della Pointe di Raz, con i suoi tre faraglioni chiamati “i tre piselli”.
Panorama selvaggio e mozzafiato, sentieri in mezzo all’erica, vento, gabbiani. Bellissimo.
20 agosto
Ci lasciamo alle spalle senza rimpianti a causa del meteo una Camaret-sur-Mer completamente avvolta nella nebbia, sembra una giornata di autunno milanese. La direzione è il nord della Bretagna, Roscoff per la precisione.
Sostiamo in itinere a Sizun dove visitiamo un Enclois Paroisseu, cioè un “complesso parrocchiale” costruzione sacra tipica della Bretagna del nord che racchiude un triplice arco, una chiesa, un ossario ed un calvario. Vi illustrero’ meglio domani questo concetto quando vi relazionerò sulla visita dei due calvari più importanti di Bretagna: Sainte Theigunnec e Guimiliau.
Siamo arrivati nel pomeriggio al camping municipal Les Dunes di Santec, nelle immediate vicinanze di Roscoff. Il campeggio avrebbe grandi potenzialità: selvaggio, ad un passo dall’oceano dal quale è separato da una duna, per contro manca di pulizia ed i servizi sono decisamente fatiscenti. Eravamo in dubbio se fermarci o se cambiare dirigendoci a Roscoff poi abbiamo deciso di rimanere a santec per la meravigliosa sensazione di essere immersi nella natura.
Dal campeggio si sente di continuo l’oceano con il suo rumore incessante.
E’ stato bello passeggiare lungo la spiaggia lunga chilometri ed arrivare fino all’isola di Siec che durante la bassa marea diventa terraferma e quindi è raggiungibile a piedi.
Un cartello all’ingresso dell’isola avverte di informarsi sugli orari delle maree, in caso si rimanga bloccati causa alta marea i soccorsi non arriveranno se non in caso di pericolo di vita.
Ai malcapitati non rimarrà quindi che aspettare 6 ore il cambio di marea.
domani visiteremo il paese di Roscoff porto di sbarco per i traghetti provenienti dalla Gran Bretagna e poi a seguire andremo ai calvari. Ci aggiorniamo
21 agosto
La mattina di oggi è stata dedicata alla visita dei due Calvari più famosi della regione: il complesso parrocchiale di S. Thégonnec e Giumiliau.
Gli Enclos Paroisseaux, letteralmente cinte parrocchiali racchiudono dentro una cinta muraria una chiesa,un ossario ed un calvario.
La cinta muraria racchiude lo spazio sacro entro cui si trovano le costruzioni, al di fuori della cinta muraria c’è la vita ordinaria, profana.
L’aspetto più interessante dell’enclos risiede lel calvario: rappresentazione in pietra mediante statue ed archi della vita di Cristo della sua flagellazione e resurrezione. Sono di una bellezza difficile da descrivere ed inducono anche ad un non credente un senso religioso di introspezione.
Dopo aver fatto un piacevole pic Nico siamo ripartiti in direzione di Roscoff.
Roscoff e’ un delizioso paese con il centro storico in pietra ed una meravigliosa cattedrale in stile gotico.
E’ il porto più meridionale da cui salpano i traghetti per la Gran Bretagna.
Dal porto vecchio partono le motonavi per la vicina isola di Batz e noi ne abbiamo approfittato.
L’isola di Batz ha la particolarità di essere lunga solo 3 km e larga 1,5, in un paio d’ore si gira percorre a piedi il suo periplo. Siamo saliti sul suo faro alto 37 metri, dalla terrazza si gode un panorama stupendo.
La sera abbiamo cenato in un ristorante di Roscoff a base di pesce e crostacei. Domani si riparte, destinazione la mitica Costa di Granito Rosa.
22 agosto
Ile Grande, canale della Manica, siamo arrivati al Camping Municipal di Dourlin in mattinata, il campeggio e’ molto molto bello, direttamente sul mare, servizi nuovi e puliti, accoglienza con molta cortesia.
Ci assegnano una piazzola in seconda fila, abbiamo il mare a 50 metri,il tutto al solito prezzo dei camping municipal:€15,80 al giorno.
Pranziamo all’aperto approfittando della bella giornata di sole e poi ci fiondiamo a cannone a Ploumanac’h per prendere il sentiero dei doganieri che percorre la famosa scogliera di granito rosa. Percorriamo il sentiero fino a Perros Guirec, i 3,5km si percorrono in poco più di un’ora.
La particolarità del sentiero dei doganieri e’ che si sviluppa tutto lungo la costa, in passato veniva utilizzato come sentiero di guardia per evitare il contrabbando da oltremanica, regalando scorci paesaggistici mozzafiato. La parte vicino a Ploumanac’h e’ caratterizzata da questi enormi massi di granito rosato che danno il nome alla costa, tra le più famose di Francia: la Costa di granito rosa.
Assolutamente da vedere, spettacolo indimenticabile, da solo vale la visita in questa parte della Bretagna.
Prima di rientrare in campeggio passiamo al SuperU a fare un po’ di spesa, birre bretoni,la cui qualità e’ da osannare, e poi un filetto di pesce dell’Atlantico.
Rientriamo in campeggio stanchi ma felici della giornata trascorsa.
23 agosto
La prima parte della giornata e’ stata dedicata al tour dell’arcipelago delle 7 isole: si tratta di isole riserva naturale protetta dove nidificano uccelli marini migratori.
Lo sbarco sulle isole e’ ovviamente proibito tranne che su una, dove le colonie di uccelli sono assenti.
Si può optare per il l’escursione più piccola senza lo sbarco o quella più grande con lo sbarco e 45minuti a disposizione.
Noi abbiamo scelto questa seconda opzione e ne abbiamo approfittato per fare un pic nic. Tra i vari orari che si possono scegliere consiglio quello attorno alle ore 13 perché nel pomeriggio le motonavi sono strapiene, noi eravamo in pochi con buone possibilità di movimento e spostamento.
Consigliato il binocolo, si osservano Procellarie, cormorani,ed il matto di bassan, uccello dall’apertura alare di mt1,80, formidabili.
In questo arcipelago ci sono anche le foche, abbiamo avuto la fortuna di osservarne una da vicino, mentre si riposava su uno scoglio.
Il giro e’ molto emozionante, assolutamente consigliato.
Il pomeriggio lo abbiamo dedicato alla bellissima passeggiata a piedi lungo il sentiero che fa il periplo dell’Île Grande: in un paio d’ore si percorrono i suoi 6km tra spiagge, scogliere e panorami mozzafiato.
Domani partiremo, lasceremo questo bellissimo luogo, meta: Cap Frehel, altra mitica località da non perdere, probabilmente faremo sosta libera, vi faremo sapere.
24 agosto
Lasciamo di buon’ora il bel campeggio all’Ile Grande, questo municipal si gioca pari punti il premio di miglior campeggio della Bretagna insieme a quello di Ploumarc’h.
La destinazione di oggi è un’altra icona bretone: Cap Frehel.
L’intenzione è quella di sostare in libera nel parcheggio antistante il capo, ci arriviamo a tarda mattina, c’è un gabbiotto per pagare, 5 euro, lo sapevamo, non poco per passare la notte in un piazzale polveroso, arriviamo alla biglietteria ed i gentilissimi bigliettai ci comunicano costernati che non sono ammesse le caravan nel parcheggio, ce ne facciamo una ragione, con dieci euro in più ci attende il Camping Municipal du Cap Frehel con immense piazzole,docce calde, elettricità.
Ci piazziamo ed immediatamente dopo ci incamminiamo verso Cap Frehel.
Al capo c’è un bel faro visitabile ma noi proseguiamo per il mitico Sentiero dei Doganieri che collega il faro a Fort la Latte.
Il sentiero costiero veniva usato dai doganieri francesi per reprimere il contrabbando dalla Gran Bretagna, e’ di una bellezza inimmaginabile, si snoda lungo un percorso di 5 chilometri fino a Fort la Latte costeggiando falesie sul mare e fioriture di Erica a perdita d’occhio.
Battuto costantemente dal vento, regala al passeggiatore la sensazione unica di trovarsi a tu per tu con gli elementi: terra, aria, acqua sono fortemente percepibili, il camminatore scompare davanti a questa manifestazione della natura e rimane la natura stessa.
Siamo rientrati dopo 5 ore, stanchissimi ma estremamente felici.
Abbiamo cenato in un ristorante vicino al campeggio a base di moules frites e poi non paghi siamo ritornati, questa volta in auto, nuovamente a Cap Frehel, volevo rivederlo al crepuscolo.
Siamo soli, tutti i visitatori sono ripartiti,vento fortissimo mi sposta,il mare sotto laggiù’ in basso infuriato, la grande lente fresnel del faro gira e manda lampi rassicuranti ai naviganti bretoni.
Vi prego, la prossima volta fatemi rinascere guardiano di un faro.
Qualche info per chi come me e’appassionato di fari: la Bretagna e’ la regione al mondo con il più alto numero di fari, uno addirittura, il mitico faro di Ar Men si trova in alto mare a 20km dalla costa, vi immaginate in che condizioni lavorava il guardiano quando ancora questa figura esisteva?
Nel XVIII e XIX secolo i fari hanno avuto una importanza fondamentale per la navigazione, oggi questa importanza e’ scemata causa la diffusione dei sistemi di navigazione GPRS. Ai nostri giorni la quasi totalità di fari nel mondo non è più presidiata perché sono ormai automatizzati, ma per me hanno un fascino che mai potra’ morire.
Per gli appassionati in materia: qui trovate delle info sul faro di AR MEN il faro più estremo del mondo, sia per quanto riguarda la sua costruzione, che per le condizioni di lavoro dei suoi guardiani, ovviamente si tratta di un faro bretone https://it.m.wikipedia.org/wiki/Faro_di_Ar-Men
25 agosto
Lasciamo cap Frehel dopo una notte di vento furioso e pioggia, a confermare la variabilità di questo clima fa capolino il sole.
In poco più di un’ora raggiungiamo il Camping Beausejour a La Hisse, lo utilizzeremo per visitare Dinan,Dinard, Saint Malo e Cancale.
Camping non municipal, piazzole da 100mq rezzo 20 euro al giorno.
Roba da matti, varrebbe la pena di fare le ferie in Francia solo per i campeggi. Pranziamo all’aperto, segue penichella in piazzola sotto un bel sole che abbronza. Alle 17 ci mettiamo in movimento, direzione Dinan.
Dinan e’ una antica città medioevale, meravigliosa racchiude in se tutte le bellezze della tipica cittadina bretone: case a graticcio, cattedrale gotica, strade in ciottolato.
Ci perdiamo tra le sue piccole vie del centro, con il naso all’insù, da non perdere il giro sulle mura e la visita alla Torrre dell’orologio del XIII secolo, da non trascurare una passeggiata nel suo antico porto sul fiume, magari con una pausa in uno dei suoi localini sulla banchina sorseggiando del buon sidro.
26 agosto
La giornata di oggi è dedicata alla visita di tre perle della Bretagna: Dinard,Saint Malo e Cancale.
Iniziamo con la prima, la caratteristica di Dinard risiede nelle sue spiaggie, in particolare la Grand Plage, che si raggiunge con una piacevole passeggiata partendo dal lungomare precisamente dalla Plage du Prieure’.
Dalla passeggiata si distingue chiaramente Saint Malo sullo sfondo, quando si raggiunge la elegante ed aristocratica Grand Plage non si possono non notare i classici ombrelloni a strisce bianche e blu, retaggio del nobile passato di questa località, frequentata ad inizio secolo da facoltosi villeggianti francesi ed inglesi; ne sono riprova le ville nobiliari costruite nell’800 che si possono ammirare in questo tratto di spiaggia.
Da notare che il tratto di mare tra Dinard e Saint Malo e’ al mondo quello con maggiori escursioni di marea, per sfruttare l’energia creata dal differenziale tra alta e bassa (parliamo di 14 metri di differenziale, un palazzo di 4 piani) negli anni 60 è stata creata una centrale idroelettrica le cui turbine sono azionate dalle acque del mare durante il cambio di marea.
Saint Malo, la città corsara.
Distrutta dai bombardamenti degli Alleati del 1944, Saint Malo e’ stata fedelmente ricostruita nel dopoguerra.
La parte da visitare e’ quella di Intra Muros che come dice il suo nome si trova all’interno della cinta muraria.
Ci aspettavamo un bagno di folla insopportabile invece complice il fatto che siamo a fine stagione devo dire che tra le stradine lastricate ci si muoveva agevolmente.
Consigliatissimo in giro dall’alto della cinta muraria per godere di un bel panorama e staccarsi un po’ dalla moltitudine di gente.
Altra chicca di Saint Malo e’ la cattedrale, anch’essa gravemente danneggiata dai bombardamenti e ricostruita negli anni 70.
Con la marea bassa e’ possibile arrivare a piedi ad una vicina isoletta per visitare una fortezza ideata dall’architetto militare Vauban, a cui appartiene anche il progetto della cinta muraria.
Cinta muraria costruita così bene che resistette ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Ci lasciamo alle spalle questa perla per concludere la giornata di visita con la vicina Cancale.
Cancale e’ un grazioso piccolo porto con case in pietra famosa per gli allevamenti di ostriche, se si ha la fortuna di visitarla durante la bassa marea si potranno vedere i banchi di coltivazione di ostriche disposti ordinatamente nella baia in secca.
Non c’è bar o ristorante di Cancale che non proponga ostriche, a prezzi molto ridotti rispetto a quelli cui siamo abituati e di dimensioni e qualità inimmaginabili: le ostriche di qualità 1 sono grandi il triplo di quelle che si trovano in vendita nei nostri supermercati. Entriamo in un ristorantino, ne ordiniamo 6 giusto per un aperitivo, di sapore dolce, quelle che si trovano altrove non reggono lontanamente il confronto.
Rientriamo poi in campeggio stanchi ma appagati dalla giornata di visite.
27 agosto
Contrariamente ai nostri piani non riusciamo ad alzarci all’alba per visitare Mont Saint Michel.
Confidando nell’ormai imminente fine stagione turistica ci mettiamo in movimento in mattinata arrivando al Monte allora di punta.
L’organizzazione e’ perfetta, veniamo dirottati all’enorme parcheggio senza possibilità di errore.
Oltre al parcheggio auto c’è anche una grandissima area sosta anche per camper e roulotte, noi non ne eravamo a conoscenza, da tenere senz’altro in considerazione in quanto servita come il parcheggio auto da apposita navetta.
Queste strutture: parcheggio,area sosta e navette sono state create da pochi anni per eliminare gli orrendi parcheggi che un tempo esistevano davanti all’isola e perche’ rimosso il terrapieno usato per accedere al monte e’ stato costruito un ponte pedonale e transitabile con navetta, lo scopo e’ ricreare un ambiente marino attorno all’isola compromesso dai sedimenti sabbiosi depositati dai flussi alterati di marea causati dalle attività umane, in primis quel famigerato terrapieno, che trasformava l’isola di fatto in terraferma.
Considerata la coda biblica in attesa delle navette decidiamo di percorrere a piedi i 2km che separano il parcheggio dal Monte, e’ una bellissima passeggiata sulla baia di Mont Saint Michel con la mitica isola che campeggia davanti a noi e si avvicina ad ogni passo. Sulla bellezza della cattedrale gotica non dirò nulla,in rete c’e’ già di tutto, basti sapere che e’ UNESCO dal 1979.
Bisogna però anche sapere che tutto il sito del Mont Saint Michel e’ una gigantesca trappola per turisti: l’unica strada all’interno delle mura che conduce alla cattedrale e’ una girandola caotica di negozietti che vendono pacccottaglia per turisti, peccato perché queste botteghe sono inserite in case medioevali in pietra di mirabile bellezzza, l’ideale sarebbe percorrere questa Gran Rue al mattino presto, a negozi chiusi e turisti assenti, in alternativa consiglio caldamente la salita alla cattedrale prendendo cammino delle mura, c’è molta meno gente ed il circo rimane sotto, a debita distanza.
Tutto e’ business in quest’isola, ad iniziare dai bagni che costano 50 centesimi a persona,!prima volta che ci capita di pagare per le toilettes in Bretagna,l’ingresso alla cattedrale costa 10 euro a persona, il parcheggio 12 euro per 5 ore.
Insomma si paga anche l’aria che si respira ma non ci si può esimere dal visitare questo luogo se ci si trova in Bretagna, sarebbe folle non farlo, la sua bellezza e’ immensa.
Un consiglio: spendere per spendere investite altri tre euro per l’audio guida,e‘ in italiano, almeno capirete cosa state vedendo, infatti il complesso monastico di Mont Saint Michel si sviluppa verticalmente, a causa della mancanza di spazio gli architetti hanno dovuto innalzare su più piani la struttura che,ancorata alla roccia, e’ un vero e proprio labirinto.
Dai contrafforti e dalle mura si gode una eccezionale vista mozzafiato sulla baia: noi eravamo presenti durante la bassa marea, l’escursione e’ spaventosa, il mare si ritira di 12 chilometri facendo diventare tutto un deserto bagnato a perdita d’occhio.
Avvisi ovunque sconsigliano di avventurarsi da soli tra le sabbie della baia durante la bassa marea, esse a causa della continua nuova sedimentazione divengono in certi punti mortali sabbie mobili.
Per non parlare poi della velocità di risalita della marea, la leggenda parla di una velocità pari al galoppo di un cavallo, se questa descrizione e’ certamente una esagerazione stupidità sarebbe l’avventurarsi soli e senza una guida sulle sabbie della baia.
Al termine della visita rientriamo al parcheggio a piedi, in senso contrario a noi un esodo di folla immenso si dirige al Monte, c’è di tutto, e tutto ciò che fino ad ora non abbiamo incontrato: turisti filippini,qualche sudamericano, gruppi di cinesi, persino una coppia di sposini giapponesi in abito da matrimonio che sorridenti salutano la folla.
Che differenza rispetto a quei pellegrini che nel nono secolo venivano in questi luoghi per pregare.
Eppure il fascino di Mont Saint Michel oggi come allora ammalia.
Con questa visita si conclude il nostro viaggio in Bretagna, domattina di buon’ora dirigeremo il nostro treno caravanistico verso est e verso sud, iniziando la manovra di rientro che in breve dovrebbe riportarci a Milano.
Come spesso facciamo nei nostri viaggi affideremo il ritorno alle noiose ma sicure e veloci autostrade, non sappiamo nulla sulla prossima sosta, viaggeremo inesorabilmente verso sud-est forse dormiremo in autostrada, magari stanchi cercheremo un campeggio, ci faremo guidare dalle divinità dei Celti che, siamo sicuri, benevolmente ci hanno accolto nella loro magnifica terra.
28 agosto Ceignes, km percorsi 837
La località non vi dirà molto ma non dice nulla nemmeno a noi, e’ il nome del paese francese dove si trova L autogrill, siamo discretamente in alto,500 e rotti metri se non mi ricordo male ed a circa 150km dal traforo del Monte Bianco.
Questa area parcheggio sembra molto tranquilla e sopratutto silenziosa: il parcheggio destinato alle auto e’abbastanza distante dall’autostrada, dovremmo riuscire a riposare discretamente.
Volevamo arrivarci stanotte al traforo del Bianco, dormire nel grande parcheggio della funivia di Chamonix ma eravamo stanchi e la prudenza ci ha fatto desistere alle 21,30. Dopo 12 ore di guida direi che può’ bastare.
Caspita con le autostrade si vola: partiti stamattina dalla Bretagna stasera siamo ai piedi delle Alpi, il prezzo da pagare per questa velocità e’ che non si vede nulla del territorio che si attraversa, non si vede nulla, non si capisce nulla, non si impara nulla dai luoghi e dalle genti.
Ma lo sapevamo, ovviamente, ecco perché all’andata per fare gli stessi chilometri ci abbiamo impiegato tre giorni.
Ma ora il tempo non c’era,dovevamo volare, mettere le ali al treno caravanistico per poter arrivare il più vicino possibile alla val d’Aosta,domani infatti abbiamo intenzione di piazzarci al camping Arc ne Ciel di Morgex, subito dopo il traforo e rilassarci un po’.
La struttura la conosciamo bene, ci abbiamo anche fatto un capodanno antenato, ci riposeremo e forse ci regaleremo un pomeriggio alle vicine terme di Pres Saint Didier.
29 agosto
Svegliati all 6, e’ stata la più tranquilla sosta autostradale della mia esperienza caravanistica, il silenzio era quasi totale, non sembrava di essere in autogrill, il plen air francese ci batte anche in questo:costruiscono le aree sosta considerando le esigenze del viaggiatore.
29 agosto Morgex, camping Arc en Ciel
Eccoci al camping Arc en Ciel, abbiamo deciso di trascorrere l’ultimo giorno di vacanza in un porto sicuro, reduci da 3 settimane di continui spostamenti avevamo voglia di prenderci l’ultimo giorno in totale relax.
Avevamo pensato di andare alle vicine terme di Pres Saint Didier ma poi complice il sole e la pace che regna in campeggio abbiamo deciso di non muoverci, trascorreremo la giornata in totale relax e nulla più.
Il campeggio, come già detto,lo conosciamo da anni, a gestione famigliare, ha avuto una ristrutturazione e ammodernamento dei servizi, e’ una struttura che ci sentiamo di consigliare per la sua semplicità, pulizia ed accoglienza.
30 agosto
Eccoci arrivati a casa,
il nostro viaggio è terminato, forse è tempo di balanci.
La Francia si è confermata la patria del plen air e dal punto di vista dell’accoglienza turistica non è seconda a nessuno stato europeo, la diffusione capillare di campeggi ed aree sosta consentirebbero in linea teorica di vagare a casaccio avendo la certezza di trovare dove dormire sempre e a qualunque ora.
I prezzi dei campeggi sono inferiori a quelli italiani,l’educazione del personale è proverbiale.
Il carburante costa più che in Italia,le autostrade molto di più che in Italia,avendo tempo si possono tranquillamente evitare,le strade statali e provinciali sono sempre in buono stato, poco trafficate e scorrevoli; la grande diffusione di rotonde rende sicura la guida e consente rapidissime inversioni di marcia in caso di errori di direzione.
Il GPL, per chi usa questo carburante è reperibile ovunque in autostrada,meno nelle statali.
La Francia è bella, ovunque si vada, noi abbiamo rischiato di non raggiungere la Bretagna: attraversando la valle della Loira e la Borgogna ce ne siamo innamorati, tanto da decidere di inserirle in un nostro prossimo viaggio.
Nello specifico della Bretagna posso solo dire che ha mantenuto le aspettative e le promesse sia paesaggisticamente che culturalmente, le possibilità che offre sono talmete vaste che un solo viaggio anche se di un mese è appena sufficiente a dare una idea dell’insieme, tante le visite che non abbiamo potuto fare per mancanza di tempo.
Una cosa invece non mi ha convinto: il cibo.
Troppo grasso, il burro lo mettono dappertutto e così le salse, per i vegani poi è una terra off-limits.
La Francia è la patria dei dolci, ma anche in questo io non mi sono ritrovato visto che a me non piacciono;i Francesi hanno una attrazione smodata per i dolci, pasticcerie,cioccolaterie e creperie ce ne sono ovunque, mangiano crepes ad ogni ora ed in ogni occasione.
Se invece siete come me amanti della birra, la Bretagna è la vostra patria, le birre artigianali bretoni sono variatissime e buonissime,dalle semplici blonde, alle scure,blanche,doppio e triplo malto, la Bretagna è tutto un fiorire di birre artigianali, Britt,Lancelot,Dremmwell solo per citarne alcune.
E poi il sidro, che buono, dissetante e poco alcolico è stato il mio tonificante e rinfrescante nelle visite e nelle passeggiate.
Chilometri totali percorsi: 3981 Ore totali di guida: 79