Francia - luglio 2006
Se non avessimo acquistato la roulotte, forse questo viaggio non l’avremmo mai fatto. Un grazie a Giancarlo che mi ha convinto a diventare un “roulottista”e a tutti gli amici roulottisti che mi hanno accolto nella “tribù”. Ecco un resoconto di 18 giorni di viaggio fantastici e indimenticabili.
Equipaggi: Ezio, Angela (la mamma), Francesca e Federica (le figlie),
Aleppis (Giancarlo), Simona (la mamma), Luca e Giulia (i figli).
Giorno 1: alle 8 di mattina siamo già sul traghetto (per fortuna niente fila) e finalmente in vacanza. Allo sbarco ci attende l’autostrada RC-SA (speriamo bene). Dopo qualche sosta, una lauta pausa pranzo e 660 km percorsi, verso le 19, arriviamo a “Fiuggi” al campeggio ”Eurocamping 2000” dove troviamo un bel po’ di movimento a causa di una manifestazione sportiva. Ed anche se è il 1° luglio la proprietaria ci applica lo sconto per gli iscritti a ICC. La giornata è stata lunga e, soprattutto, calda; una doccia ci toglie un po’ di fatica e ce ne andiamo a cena. foto
Giorno 2: se ieri abbiamo fatto una bella tappa, oggi ce ne aspetta una ancora più lunga: con Giancarlo abbiamo deciso di arrivare in “Val d’Aosta” e, a giudicare dalla temperatura del mattino, anche oggi si soffrirà il caldo. Compriamo un po’ di roba mangereccia (se andate a Fiuggi non dimenticate il pane di Fumone cotto nel forno a legna) e via. Verso le 17.30 attraversiamo “Genova” e questo ci fa ben sperare, ma gli ultimi km in “Val d’Aosta” a causa della stanchezza sembrano non finire mai e i figli incominciano a lamentarsi.
Finalmente (sono quasi le 22) arriviamo a “Saint Vincent” e ci fermiamo in un camping piccolo, di difficile accesso e, soprattutto, caro.
Giorno 3: oggi, finalmente, si arriva in “Francia” (accidenti com’è lunga l’Italia per noi Siculi).
Verso mezzogiorno partiamo da “Saint Vincent” verso il traforo del Monte Bianco e dopo averlo attraversato l’emozione ci riempie i cuori: è la prima volta che portiamo la nostra roulottina all’estero. foto
Ci fermiamo a mangiare qualcosa e, nel pomeriggio raggiungiamo il campeggio municipale di “Bourg en Bresse”. Il camping è ben tenuto, economico e notiamo una folta ma discreta presenza di gitani con roulotte a doppio asse, nuovissime e trainate da furgoni. Dopo aver sistemato le roulotte in piazzola e la solita doccia di rito, decidiamo di fare un giro a piedi nei dintorni ma il caldo e la stanchezza ci fanno desistere. Rapida cena e a letto.
Giorno 4: si parte con destinazione “Blere” situata nella valle della Loira. Da questo momento decidiamo di percorrere solo strade statali. Attraversiamo il centro trafficato di “Macon” e dopo una sosta per il pranzo (acc. si mangia sempre) e guidato per più o meno 400 km arriviamo in un altro campeggio comunale: l’aspetto del camping è molto buono, le piazzole sono in erba e molto ampie, i servizi sono un po’ essenziali e datati ma abbastanza puliti. La sera siamo costretti a chiudere i tendalini per un violento temporale che, in compenso, mi brucia l’autoradio. foto foto
Giorno 5: oggi, per fortuna, nessuna tappa di trasferimento ma la giornata sarà comunque intensa. Nella mattinata andiamo a visitare lo “Chateu di Chenonceau” noto per essere stato costruito su un fiume.
La cura del castello e di tutto il parco è, a dir poco, perfetta: i giardini sono bellissimi e anche i locali e gli arredi interni del castello sono curati in modo maniacale (tutte le piante d’arredo sono vere, comprese le spezie e gli ortaggi delle cucine!). foto
La visita dura fino al pomeriggio e, mentre le mogli, Francesca e Giulia decidono di tornare in campeggio, Giancarlo ed io insieme con Federica e Luca andiamo a visitare i “Mini Chateux”. Il sito, per chi non lo conosce, rappresenta in miniatura circa 60 tra i più belli e famosi castelli della Loira. Per i bambini è un vero divertimento anche perché c’è anche una piccola ferrovia con i trenini che girano dentro il parco. In serata rientriamo al campeggio e dopo aver battuto la Germania andiamo a dormire soddisfatti.
Giorno 6: tappa breve oggi (solo 300 km) da “Blere” a “Mont St. Michel”. La prima foto scattata, secondo me, descrive meglio il paesaggio fiabesco che circonda questo luogo. Dopo una rapida e dispendiosa visita alla famosa biscotteria ci avviamo verso il camping; la temperatura è di soli 19 C° e, finalmente, non soffriamo più il caldo. Il camping è carino e le piazzole sono un po’ strette ma abbastanza lunghe. Il blocco servizi è ben tenuto, ma ha una particolarità: è promiscuo. Ceniamo e, dopo aver fatto un giretto a piedi con Giancarlo andiamo a nanna. foto foto
Giorno 7: il tempo è un po’ inclemente: 17 C° e una pioggia fitta e finissima ci bagna, ma i programmi bisogna rispettarli e andiamo a visitare “Le Mont”. Parcheggiamo le auto e ci avviamo a piedi: il monte visto da vicino e avvolto dalla pioggerellina appare ancora più magico di ieri. Ci arrampichiamo sulle strette stradine tappezzate di negozi di souvenir, bar, creperie e bazar vari e facciamo la fila per pagare l’ingresso all’abbazia. Arrivati in cima il paesaggio che vediamo è favoloso: a causa della bassa marea, un’enorme distesa di sabbia circonda il monte e rende accessibile l’isolotto di fronte a piedi ed è un vero peccato pensare che non avremo modo di vedere lo stesso posto circondato dal mare. Dopo essere scesi io, Federica, Simona e la piccola Giulia decidiamo di percorrere il periplo del monte a piedi. Anche qui il pensiero di camminare sul fondo del mare ci regala grandi emozioni.
Nel pomeriggio facciamo una escursione in Bretagna a “St. Malò” (famoso porto sull’Atlantico) in cui si sta svolgendo una manifestazione di velieri storici; il porto è pieno di bellissime navi, e nonostante la pioggerellina che ci accompagna, scattiamo un po’ di fotografie. Riusciamo anche a vedere in funzione il ponte retrattile che consente alle imbarcazioni di entrare e uscire dal porto. Non manchiamo di visitare la caratteristica cittadella fortificata interamente ricostruita dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale.
Domani mi aspetta la mia meta personale del viaggio: la Normandia
Giorno 8: Partiamo con molta calma, poiché oggi il viaggio sarà brevissimo: solo 120 Km per andare da “Mont St. Michel” a “Isigny sur Mere”. Un rapido saluto, un’ultima foto a “Mont St. Michel” e un’altra visita alla biscotteria. E qui inizia quello che io, egoisticamente, definisco il mio viaggio personale che alla fine coinvolgerà anche chi ha detto (moglie e figlie) che sarebbe stata una noia visitare i luoghi del famosissimo D-Day. Dopo esserci sistemati al camping “Le Fanal”, io non stò più nella pelle e non vedo l’ora di arrivare a St. Mere Eglise (resa famosa dalla storia del paracadutista americano rimasto appeso al campanile per quasi 12 ore fingendo di essere morto). Ragazzi, sono emozionato come un bambino ed ho la pelle d’oca mentre la mia famiglia, fotografandomi, mi prende in giro; ma desideravo da una vita venire in questo paesino ed oggi
SONO QUI
Mille ricordi di appunti letti sui libri di storia appaiono d’incanto nella mia mente e inizio a raccontare a Luca, che è veramente incuriosito da questo episodio, la storia di questo soldato fortunato e famoso che rispondeva al nome di John Steele. Devo aggiungere che Luca ha voluto che io gli raccontassi la storia di ogni luogo dello sbarco che abbiamo visitato. Visitiamo anche l’”Airborne Museum” ubicato di fronte alla chiesa e le mie emozioni continuano a moltiplicarsi. Il museo è ricco di foto, oggetti dell’epoca e ricostruzioni fedeli mi permettono di raccontare altri episodi dello sbarco a chi ha voglia di ascoltarmi. Un altro aspetto curioso di questo paesino è la folta presenza di mezzi dell’epoca perfettamente restaurati e marcianti. Dopo aver lasciato “St. Mere Eglise” ci avviamo verso “Utah Beach”: passeggiando su questa enorme spiaggia in un tiepido pomeriggio di sole (c’è perfino qualcuno che fa il bagno), le emozioni non mi abbandonano e penso alle migliaia di vite giovanissime che sono state sacrificate per la libertà dei popoli e mi convinco sempre di più sull’inutilità delle guerre.
In tutta questa girandola di emozioni ho dimenticato di descrivere il camping “Le Fanal”: il prezzo è accessibile (circa 25€ al giorno). Dopo la reception si trova la piscina e il blocco servizi; c’è anche un grande tendone montato in cui i francesi hanno installato un maxi schermo (domani c’è la finale) e continuano ad invitarci (invano) a vedere la partita con loro. La prima zona del camping, in cui ci sono anche tante case mobili, è tutta occupata, e ci sistemiamo in una sterminata distesa verde con al centro un piccolo box servizi con 3 bagni, 4 docce e 2 lavandini anche questo promiscuo. Accanto alle nostre piazzole ci sono delle tende da affittare e c’è anche un laghetto: i francesi hanno degli spazi sconfinati a disposizione. Tanto per darvi un’idea dello spazio, la tenda nella foto mi sembrava una piccola canadese ma, quando mi sono avvicinato, ho scoperto che era enorme.
Giorno 9: abbiamo qualche noia causata dal tempo; i nostri tendalini vengono sradicati da due improvvisi colpi di vento che non ci danno la possibilità di chiuderli e il mio termina la sua corsa sul camino del bagno, distruggendolo. Dopo aver chiuso, non senza fatica, il tendalino effettuo una riparazione di fortuna del camino. Quindi proseguiamo il nostro giro attraverso le zone dello sbarco. Anche oggi, per me, emozioni a non finire. Il tempo non è gentile con noi: alimentata da forti raffiche di vento, la pioggia si alterna a schiarite che ci fanno ben sperare, ma invano. Visitiamo “Pointe du Hoc” un sito che i francesi hanno avuto l’intelligenza e l’abilità di conservare nel suo stato originale. Anche qui si avverte la presenza della “Storia” che avvolge completamente i nostri pensieri. E’ la volta di “Omaha Beach”, spiaggia resa famosa, oltre che dalla “Storia”, da innumerevoli film. Per il pranzo ci fermiamo in una piccola tavola calda a conduzione familiare e molto accogliente. Gli avventori francesi cercano di convincerci che per la finale di questa sera non c’è niente da fare (poverini: ancora non sanno che delusione li attende). Nel pomeriggio visitiamo “Arromanches”, questa località è famosa perché qui gli americani hanno assemblato il più grande porto artificiale progettato durante la seconda guerra mondiale. Anche la cittadina si presenta bene con una piccola isola pedonale, gli immancabili negozi di souvenir e il museo della sbarco. Rientriamo al campeggio giusto in tempo per cenare e, subito dopo, iniziamo a soffrire per la partita. La sofferenza, per fortuna, si traduce in felicità:
“Campioni del mondo”
Giorno 10: ci siamo svegliati un po’ tardi e ne approfittiamo per dare una sistemata alla roulotte e fare la spesa. Alla pompa di benzina del centro commerciale incontriamo una attempata ma vivace signora francese che ci consiglia di visitare la fabbrica di caramelle di “Isigny sur Mer”: pare che questa industria le esporti in tutto il mondo e, in effetti, ne vale la pena.
Nel primo pomeriggio andiamo a “Caen”: l’ordine e la pulizia regnano sovrani. Entriamo nella Abbazia Di Saint Etienne e, con grande sorpresa, scopriamo la tomba di Guglielmo il conquistatore.
Proseguiamo il nostro giro per la città e, infine, tornando verso il camping, ci fermiamo al “Pegasus Bridge”; è l’ultimo sito, teatro di una memorabile battaglia, che ci ricorda dello sbarco in Normandia.
Giorno 11: dopo 3 giorni senza tappe di trasferimento, in mattinata partiamo per “Parigi”. Arriviamo al camping di “Bois du Boulogne” verso le 17:30 e, alla reception chiediamo due piazzole vicino ai servizi. Risultato: la piazzola di Giancarlo è praticamente irraggiungibile con la roulotte mentre la mia si affaccia direttamente sulla porta dei servizi. Mia moglie e Simona, a dir poco arrabbiate, si fanno sostituire le piazzole e ne otteniamo altre due più consone. Dopo aver fatto le solite operazioni di rito, usciamo con l’auto per andare a vedere la Tour Eiffel e così ci possiamo rendere conto della vicinanza del campeggio con il centro di Parigi; in effetti è comodissimo e situato in un magnifico parco a fianco della Senna.
Decidiamo di salire sulla torre e, con un po’ di rammarico, scopriamo di non poter salire fino in cima a causa del vento. Ci fermiamo al primo piano e il panorama è comunque bellissimo. Quando ritorniamo giù il sole sta tramontando e la torre s’illumina. E’ uno spettacolo di luci lampeggianti incredibile ma dura solo una ventina di minuti.
Giorno 12: mentre Giancarlo decide di andare a Eurodisney noi, in tarda mattinata, andiamo in centro città. Parcheggiamo a “Place de la Concorde” e iniziamo un lungo girovagare che ci porta fino a Notre Dame. Nel pomeriggio, in macchina, andiamo a vedere l’Opera, la terrazza del Trocadero e i Campi Elisei già addobbati e pronti per la prossima festa nazionale del 14 luglio.
Giorno 13: non può mancare la classica visita al museo del Louvre. Parcheggiamo in un garage sotto il museo (davvero comodo ma carissimo) e iniziamo una lunghissima scarpinata. Nel pomeriggio, siccome non ne abbiamo ancora abbastanza, girovaghiamo per Parigi sotto i portici che costeggiano i giardini che vanno dal Louvre fino a Place de la Concorde. Devo acquistare i sigari ed entro quindi in un bar-tabac dove scopro con piacere che vendono i miei amati Toscani. Che meraviglia, dopo dodici giorni di astinenza posso riassaporare i miei sigari. La sera il navigatore mi gioca uno scherzo: mentre mia moglie mi dice che sono sordo e non sento gli avvisi, salto una svolta a sinistra e vado a finire dentro il quartiere “La Defense”. Piccolo attacco di panico perché il navigatore non riconosce più le strade. Dopo aver compiuto un lungo giro riusciamo a rientrare al campeggio.
Giorno 14: ultimo giorno a Parigi che dedichiamo a una visita a Eurodisney. Verso le 9.30 ci mettiamo in macchina e in circa 40 minuti arriviamo al casello del parco: 8€ per la macchina. Inizio a pensare che oggi sarà una giornata un po’ dispendiosa e, alla fine, sarà proprio così ma “la spesa vale la candela”.
Anche oggi abbondante scarpinata all’interno del parco divertimenti e, dopo aver assistito alla bellissima parata delle principesse, in serata ritorniamo al campeggio e iniziamo i preparativi per la partenza di domani.
Giorno 15: si torna verso casa. Oggi faremo un tappone da Parigi a Sarre (Val d’Aosta) via autostrada (che botta, più di 60€). Usciamo rapidamente da Parigi e verso le 18 attraversiamo il tunnel del Monte Bianco con buona pace del mio telefonino (usato per tutto il periodo da mia figlia con un esborso superiore ai 100€ nonostante la tariffa agevolata!). In serata arriviamo al camping di Sarre dove ci sistemano vicino alle stalle dei cavalli (non vi dico quante mosche). Qui conosciamo il nostro amico “Pegaso” e la sua gentile consorte.
Giorno 16: non possiamo salutare “Pegaso” (ma lo facciamo adesso) perché partiamo presto in quanto oggi la strada è tanta. Dopo qualche decina di Km ci salutiamo con l’amico Giancarlo che va in un’altra direzione e noi puntiamo decisi verso Fiuggi passando per Piacenza, Bologna e Firenze per evitare il traffico di Genova e dell’autostrada Firenze Mare. La scelta si rivela giusta e arriviamo a Fiuggi dopo 820 Km e quasi undici ore di viaggio.
Questa volta niente sconto all’”Eurocamping 2000” ma il prezzo resta accettabile.
Giorno 17: trascorriamo una giornata di relax recandoci a Roma per far visitare la città a mia figlia Federica che non ci è mai stata. Arriviamo al parcheggio di Villa Borghese e compiamo il classico tour da turista: Piazza di Spagna, Via Condotti, Fontana di Trevi (con lancio di monetine), pausa pranzo con l’ottima pizza al taglio, gelato per quelle golose delle mie figlie, Quirinale e Colosseo. Tutto a piedi sotto un caldo allucinante. Il metrò ci porta fino a San Pietro. Rapida visita alla Basilica, ritorno al parcheggio e rientro a Fiuggi. Andiamo a mangiare una pizza e via a nanna. Domani si torna a casa.
Giorno 18: sta finendo la vacanza. Di buonora partiamo per Villa S. Giovanni. Dopo quasi 10 ore e 660 Km percorsi (per fortuna sulla SA-RC non c’era traffico, ma in compenso, le solite lunghissime deviazioni, ci imbarchiamo per Messina (anche sul traghetto niente fila) e, finalmente, dopo aver lasciato la roulotte al rimessaggio, arriviamo a casa stanchissimi ma felici. Abbiamo percorso in totale 6100 Km e cambiato 9 campeggi in 18 giorni. Che strano, casa mia non è piccola, ma questa sera mi sembra enorme. Non mi pare vero di avere tutto questo spazio a disposizione. Forse penso a queste cose perché non mi voglio rendere conto che la vacanza è veramente finita.
Ringraziamenti: a mia moglie Angela, alle mie figlie Francesca e Federica, al mio amico Giancarlo, Simona, Luca e alla piccola Giulia per esserci sopportati a vicenda e soprattutto per aver sopportato questo vecchio brontolone. Complimenti a tutti voi: siete stati e sarete sempre degli ottimi compagni di viaggio.
Ezio