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Grecia-Lefkada via Mekedonia
Amici questʼanno dirigeremo la prua del nostro treno caravanistico verso est e poi a sud:lʼobiettivo è la Grecia ʼisola di Lefkada ed anche questʼanno abbiamo deciso di raggiungere la terra di Omero via terra,attraversando i Balcani.
La distanza da coprire è” importante”, da Milano a Lfkas i chilometri sono 2.105,il progetto è di fare una prima sosta tecnica in Friuli Venezia Giulia dai miei genitori per riempire il frigo di prodotti del loro orto e poi decollare per la lunga attraversata attraverso Balkan.
Toccheremo, ma questa volta senza visitarle, le capitali dei Balcani:Zagabria,Belgrado,Skopje.
Non lasceremo mai lʼautostrada,sosteremo in autogrill nellʼunica tappa notturna prevista,sarà una attraversata un pò faticosa ma emozionante:amiamo utilizzare la caravan in ogni sua possibilità,sentire che la roulotte ci dà la possibilità di riposarci,di docciarci e di dormire fuori da campeggi,on the road.
Prima di raggiungere Lefkas abbiamo intenzione di fermarci un paio di giorni nellʼentroterra greco per riposare e visitare le Meteore,famose per i loro monasteri costruiti su pinnacoli impervi in età antichissima.
Sarà compagno inseparabile di questa vacanza il nostro kayak gonfiabile che ci consentirà di spaziare ed esplorare le coste da un punto di vista differente,consentendoci di raggiungere luoghi interdetti ai più.
Sulla via del ritorno a casa invece faremo probabilmente una tappa in Macedonia al lago di Ohrid,descritto da molti come grande lago dalle acque molto pulite con una perla da visitare:Ohrid,inserita dallʼUnesco nella lista dei Patrimoni dellʼUmanità fin dal 1980.
Il programma è passibile di variazioni,per ora è solo abbozzato,ci riserviamo di modificarlo in base al nostro sentire strada facendo.
Il treno caravanistico è il solito,collaudatissimo.tutto verificato e perfettamente funzionante,lʼauto appena tagliandata chiede solo di partire.
Lʼequipaggiamento sarà ridotto al minimo indispensabile:al mare non cʼè bisogno di quasi nulla,mentre prevediamo sicuramente cucina esterna e tendalino per vivere la roulotte al suo esterno.
Ci aggiorniamo tra qualche giorno,quando avremo terminato i preparativi.
04.08.2014 ore 18.33
autostrada croata auto in panne in corsia emergenza triangolo di pericolo posizionato all'interno dell'auto sul lunotto posteriore, siamo nei balcani"
04.08.2013 ore 23.01
"sosta in autogrill in croazia 60 km da confine serbo, le aree sosta sono quasi deserte. auto ferma a pochi passi da noi, il guidatore dorme per terra"
05.08.2014 ore 07.22
"al risveglio la pompa ad immersione era guasta. ierisera sentivo che aveva cambiato rumore. cambiata in pochi minuti adesso possiamo ripartire"
6 Agosto
Vi scrivo dalla Grecia, Camping Vrachos,Kastraki,Meteora.
Ma facciamo subito un passo indietro e precisamente partiamo dalla attraversata balcanica: questʼanno è stata un pò meno interessante dellʼanno scorso in quanto non ci siamo mai fermati se non per le pause tecniche di rifornimento,le capitali le avevamo già visiatate nel 2013,questʼanno avevamo voglia di fare una rapida attraversata per entrare subito nel vivo della vacanza.
Beh a dire il vero tanto rapida non è stata questa attraversata,ci abbiamo messo due giorni pieni,le soste notturne sono state effettuate rispettivamente in autogrill Serbo e ieri sera in uno Greco.
Le aree di servizio serbe si sono confermate molto pratiche per le soste notturne:sicure,grandi e con pochi camion,abbiamo potuto dormire bene ed in tranquillità.
Ieri sera in Grecia è stato più difficoltoso perchè avevamo addosso la classica spossatezza che ci coglie sempre al secondo giorno di viaggio senza una sosta in campeggio.
Ad aggravare la situazione si era aggiunto il fatto che a Rosi non andava più la carta di credito e non riuscivamo a capirne il motivo,temevamo per una possibile clonazione ma era già sera e non potendo contattare lʼassistenza clienti Mastercard avevamo un atroce dubbio.
Meno male che una buona cenetta in roulotte ed una doccia ci avevano ridato energia.
Questa mattina appena svegliati siamo riusciti a chiarire la situazione carta di credito,in pratica era stata bloccata da Masyercard in via cautelativa poichè erano stati effettuati diversi pagamenti in tempi molto ravvicinati,noi infatti la avevamo usata per pagare carburanti e pedaggi autostradali.
Ce la siamo fatta sbloccare ed abbiamo così ripreso il viaggio rinfrancati e molto più tranquilli.
La strada da Salonicco alle Meteore è molto bella e scorrevole:tutta autostrada fino a Grevena e da Grevena a Kastraki- Meteora abbiamo viaggiato lungo 50km di una bellissima strada di montagna.
Peccato non aver avuto la possibilità di arrivarci ieri,avremmo potuto fare una sosta libera notturna ben diversa da quelle in autoglill:la stada Grevena-Kastraki offre scorci panoramici e alcuni spazi di sosta libera per tutti i gusti ed in totale sicurezza.
Il camping Vrachos ci piace molto:gestito da una famiglia è completamente ombreggiato,con piscina e molto tranquillo. Eʼ situato a pochi chilometri dalle Meteore,raggiungibili in pochi minuti di auto.
Una notazione:in questo campeggio le luci dei lampioni delle piazzole si possono spegnere con un interruttore ebbene la stragrande maggioranza sono spente e la gente si sposta con le torce.
Come un tempo,forse un segno che esiste ancora una voglia di fare campeggio “alla vecchia maniera” lontano anni luce da animazioni e confusione.
Nel pomeriggio dopo esserci rinfrancati abbiamo visitato un primo monastero,continueremo la vista agli altri luoghi di culto i domani e domani vi racconterò della meraviglia di questo luogo:le Meteore.
7 agosto
Lʼinsediamento monastico delle Meteore è davvero particolare: tutto è nato attorno al X secolo ad opera di alcuni eremiti ed anacoreti che iniziarono ad abitare piccole grotte e cavità presenti nei maestosi pinnacoli di arenaria caretteristici di questa zona della Tessaglia.
La nascita di queste formazioni rocciose risale a 25 milioni di anni fa probabilmente ad opera della erosione di un fiume; comunque sia queste falesie sono uniche al mondo e richiamano scalatori da tutto il mondo.
Ma torniamo allʼaspetto sacro delle Meteore:le comunità dei primi eremiti furono con il passare del tempo sostituite da comunità monastiche organizzate le quali costruirono in condizioni impensabili ed impossibili i famosi monasteri che ancora oggi visitiamo.
Impossibili perchè non esistono strade che conducono ai monasteri arroccati sulle cime delle falesie di arenaria:fino ad un centinaio di anni fa lʼunico modo per accedervi erano delle scale di corda o di legno oppure carrucole con corde...i monaci venivano rinchiusi in una rete la quale veniva issata a mano per mezzo di argani di legno fino alla sommità del pinnacolo dove sorge il monastero.
Nei giorno nostri sono state costruite scale scavate nella roccia e argani elettrici che rendono la visita ed il carico di derrate aliemntari immensamente più semplice..
Lʼatmosfera che si respira in questi luoghi se si ha la fortuna di arrivarvi prima dei bus turistici che scaricano folle vocianti è una atmosfera mistica,fatta di silenzi,vento,panorami mozzafiato e solitudine.
Non a caso lʼintero comprensorio delle Meteore è stato inserito dallʼUnesco tra i Patrimoni dellʼumanità.
Lʼaspetto negativo di questo luogo come ho pocʼanzi accennato è la grande e forse eccessiva massa di turismo che la frequenta.
Il problema a pensarci bene non risiede nella quantità di turisti ma nella qualità:luoghi monastici abbarbicati su pinnacoli impossibili da raggiungere richiamano la mente alla riflessione,al silenzio,allʼintrospezione; tutto questo si scontra con il turismo di massa da “un tot al chilo” che sbarca a frotte vomitato fuori da autobus di linea e che si precipita dentro i monasteri vociando,urlando,urtandosi e fotografando a casaccio.
Mi sono accorto che alcuni nemmeno guardavano le cose ma semplicemente le fotografavano per poi guardare le foto una volta a casa,in pratica sostituivano la realtà vivente dellʼattimo al suo surrogato virtuale.
Bene sarebbe poter venire in questo luogo magico fuori stagione,lo si potrebbe apprezzare molto di più.
Questa sera abbiamo cenato in una taverna di Kastraki e devo dire che per noi vegani la cucina greca ci ha riservato una piacevole sorpesa,se si riesce ad uscire dallo stereotipo souvlaki-pitas giros si scopriranno piatti derivanti dalla semplicità contadina caratteristica di questo popolo a base di verdure,riso,mousse di melanzane, tutti molto appaganti per il palato.
Domani con un pizzico di malincuore lasceremo le Meteore e questo bel campeggio,ci dirigeremo direttamente al cuore del nostro viaggio:lʼisola di Lefkas.
Ci leggiamo prima possibile.
8 agosto
Vi scrivo dal Camping Poros Beach,a su dellʼisola di Lefkada.
Il viaggio da Meteora a qui è stato lungo:6 ore per percorrere meno di 300 chilometri a causa della velocità di crociera piuttosto ridotta.
Abbiamo viaggiato su strade statali e secondarie,lʼautostrada non cʼera,ecco la causa.
Non posso esprimere giudizi sullʼIsola perchè lʼabbiamo semplicemente attraversata per giungere a questo campeggio del sud le prime impressioni sono relative alle due cittadine principali che abbiamo dovuto giocofarza attraversare:Lefkada e Nidrì: cittadine molto turistiche e piuttosto caotiche,tipici luoghi di villeggiatura di mare uguali a tanti altri con un porto pieno di barche a vela e yacht più o meno importanti.
Il Camping Poros ci ha fatto una piacevole impressione,non è grande,le piazzole sono ben ombreggiate,quasi tutte occupate.
Ci siamo aggiudicati una delle ultime disponibili,
Ce lo spettavamo lʼaffollamento ma passare dal nulla del campeggio alle Meteore al quasi tutto esaurito dei qui ci ha fatto una certa impressione.
Tanti italiani quasi tutti in camper,alcuni tedeschi e olandesi. Mancano tragicamente i greci,il motivo ce lo immaginiamo.
La proprietaria,Irene,molto simpatica e parla bene lʼItaliano mi ha confessato che qui lavorano 30 giorni allʼanno,fino a settimana scorsa il campeggio era vuoto e tornerà a svuotarsi tra una decina di giorni;sarà vero? io ve la racconto come me lʼhanno venduta.
Nel posizionare la caravan il ruotino pneumatico è scoppiato,sono stato sempre un sostenitore di questi ruotini ma dopo il secondo che mi lascia a terra in meno di tre mesi ho deciso di ritornare ai vecchi e indistruttibili ruotini rigidi.
Meno male che avevo un piccolo ruotino di scorta,diametro piccolo ed un pò sottodimensionato ma mi consentirà di terminare la vacanza senza problemi.
Domani monteremo il kayak e prenderemo conoscenza con la costa,vi terrò aggiornati.
9 agosto
Fratelli piano piano stiamo prendendo conoscenza con il campeggio e con il territorio.
Oggi ho pagaiato per un paio dʼore tra la baia di Poro e quella di Sivota:il paesaggio è molto bello,prevalentemente roccioso ma ho scoperto una spiaggetta piccola con una grotta vicina,è stato un piacere fare il bagno.
La spiaggia del campeggio invece pur molto bella è la classica spiaggia greca:molto bella ma rinomata e quindi troppo affollata per i nostri gusti, abbiamo deciso di frequentarla solo al calar del sole quando si svuota,per il resto preferiamo prendere il kayak e visiatre le calette in zona per ritrovare i silenzi,la natura e lo spirito selvaggio di questi luoghi.
Abbiamo parlato con alcune persone e ci hanno dato informazioni un pò sconfortanti sugli altri campeggi di Lefkada:pare siano pochi,piccoli e afollati, abbiamo quindi valutato che forse conviene fare base fissa al Poros camping ed utilizzare la macchina per effettuare escursioni giornaliere.
MA forse è ancora presto per parlarne,vedremo nei prossimi giorni come si sviluppa la vacanza.
PS non ridete ma vi racconto il seguito del ruotino:sono maniaco dei ricambi per cui mi ero portato anche una camera dʼaria per il ruotino gonfiabile,ebbene la monto,gonfio...era bucata.
Roba da matti,lʼho smontata per curiosità,per vedere cosa avesse:robaccia cinese fratelli di caravan,robaccia cinese; in pratica non era bucata ma “sfaldata” la gomma si era usurata e non tiene più lʼaria.
Mi sto convincendo sempre di più che i ruotini pneumatici siano scandentissimi e inadatti ai nostri scopi.
11 agosto
Oggi abbiamo deciso di lasciare a riposo il kayak e dedicarci allʼesplorazione di Lefkada via terra.
Siamo stati nella costa ovest precisamente nella spiaggia di Porto Katsiki,una delle più belle efamose dellʼisola. La fama di Porto Katsiki è del tutto meritata:racchiusa in un anfiteatro di roccia,le acque dai colori verdi e azzurro lasciano il visitatore senza parole.
Peccato per la grande mole di visitatori,la spiaggia con il trascorrere delle ore si è riempita allʼinverosimile.
Ci stiamo abituando allʼidea che per visitare in maniera compiuta lʼisola di Lefkada sarà giocoforza percorrere molti chilometri in auto con tutte le seccature che ne derivano:code per parcheggiare,gran caldo in auto,polvere,rientro in auto con il sale addosso.
Purtroppo non vi sono alternative se si vuole uscire dal campeggio e vedere qualcosa di nuovo.
Sempre nella giornata odierna abbiamo visiatao gli altri campeggi di Lefkada in previsione di uno spostamento,lʼimpressione che ci hanno fatto non è stata affatto positiva:piccoli,pieni,con gli spazi ridotti allʼosso ed i mezzi ammassati uno di fianco allaltro.
In modo particolare i due campeggi nella costa est ci hanno fatto una cattiva impressione entrambi nei pressi di Nidrì. Mi sento di dire che il Camping Poros è il migliore dellʼisola,senza ombra di dubbio.
Per fortuna Lefkada è una isola di piccole dimensioni:è possibile visitarla tutta facendo tappa in un solo luogo e muovendosi con modalità stellare,proprio ciò che si confà a noi caravanisti.
Un rimpianto non poter sostare nella parte ovest dellʼisola:quella con le spiagge migliori,purtroppo a causa della sua conformazione non ci sono campeggi,bisogna accontentarsi di visite in giornata.
12 - 13 agosto
Amici,ecco un aggiornamento del nostro viaggio:
ieri mattina 12 agosto ci siamo svegliati e con molta calma siamo andati a visitare la vicina spiaggetta di Afteli.molto piccola ed inserita in una baia molto bella.
Purtroppo anche la spiaggia di Afteli seppur piccola era piena zeppa di visitatori,al rientro in campeggio ho iniziato a ragionare su cosa sia “una spiaggia bella”.
E lo chiedo a voi fratelli di caravan,cosa è per voi una spiaggia bella? quali sono gli elementi che concorrono a giudicarla bella o meno?
Io la risposta me la sono data e sebbene a molti potrà sembrare una eresia io ho capito che i miei canoni di bellezza non sono quelli del senso comune.
Per me una spiaggia “bella”deve avere le seguenti peculiarità: essere rapidamente e facilmente accessibile senza lʼutilizzo della macchia non essere affollata ovviamente deve avere lʼacqua pulita e limpida.
Gli altri canoni comunemente accettati quali in primisi il colore caraibico dellʼacqua vengono a mio avviso in secondo piano.
Che senso ha mi chiedo essere nella cornice meravigliosa di Porto Katsiki se per arrivarci devo fare 1 ora di auto,pagare 5 euro di parcheggio pieno di polvere,sudare come un caprone per arrivare dalla macchina alla spiaggia,far fatica a posizionare il mio asciugamano da tanta gente che cʼè,trovare immondizia ammassata in fondo alla spiaggia?
Questo è lo standard di molte spiagge di Lefkada:belle “da cartolina” ma per quelli che sono i miei parametri poco vivibili,poco apprezzabili.
Riconosco che questa è una opinione del tutto personale e isolata,la maggior parte di turisti da noi conosciuti in campeggio a Poros ci parlavano delle belle spiagge che avevano visitato,nulla gli importava delle controindicazioni da me sopra descritte,anzi sono certo che sarà sembrato loro un tipo strano,controtendenza,un orso.
Dalle considerazioni sopra descritte io e Rosi (molto meno estremista di me devo riconoscerlo) abbiamo deciso di lasciare Lefkada e spostarci più a nord di una novantina di chilometri.
Lʼultima serata al Camping Poros è stata degnamente festeggiata con una cenetta a lume di candela al ristorante del camping con terrazza vista golfo di poros,ottima cena,vista meravigliosa sulla baia,la ricorderemo a lungo.
Questa mattina siamo partiti di buonʼora per Perdika precisamente alla baia di Sofa Beach,Camping Sofa,come detto 90 chilometri a nord dellʼIsola di Lefkada in direzione Igoumenitsa.
Il campeggio è di quelli che piacciono a noi:difficile da trovare,gestione famigliare,senza animazione,selvaggio,senza market (Zacarias il proprietario procura il pane,latte e yogurt a chi lo prenota).
Abbastanza ombreggiato,dotato di un ristorantino dove la cuoca è la moglie di Zacarias. Ma delle delizie del ristorante vi parlerò poi.
Adsso la spiaggia.
La spiaggia di Sofa non avrà i colori caraibici delle spiaggie di Lefkada ma:
< è privata del campeggio
< lʼacqua è pulita
< è libera e senza alcuna organizzazione
< non ha immondizia,nemmeno una bottiglia di plastica
< dista dalla nostra piazzola 40 metri.
Non so se i cultori delle spiagge “famose” potrebbero rimanere soddisfatti,noi certamente lo siamo. Il ristorante.
Una roba pazzesca.
Eʼ di quelli senza menu,arrivi ti fiondi in cucina dalla moglie di Zacarias,lei ti fa vedere nei contenitori cosa ha preparato e tu scegli.
Oggi la scelta era pollo,agnello,gemitsa (il mio piatto perferito,peperoni e pomodori ripieni di riso),oppure tortino freddo di verdure,oppure ancora svariati tipi di verdure stufate.
Abbiamo mangiato a sazietà cibo vegetariano per 27 euro di cucina assolutamente casalinga.
Il mare:ho fatto una prima uscita in kayak,le spiaggette isolate ci sono (se non sopportate le 50 persone presenti nella spieggia della baia),il panorama è bellissimo,fatto di scogliere,rocce,scogli-isolotti ed altre amenità.
Domani vi relazionerò meglio.
Considerazioni sul kayak
Come richiesto da tarozzi vi scrivo qualche considerazione sul kayak. Il kayak è stato per noi la svolta, la soluzione per le vacanze al mare.
Il kayak ci ha svincolato dallʼobbligo di rimanere fissi nella spiaggia eci ha consentito di vedere,da un punto di vista diversa e cioè dal mare,cosa cʼè sulla terra.
Il kayak è un pò “la bicicletta del mare”:solo intelligente propulsione umana,nessun motore,nessun rumore,nessuna emissione nociva, solo un solco tarcciato nellʼacqua che si richiude al poassaggio,il kayak non lascia traccia di sè,come se non fosse mai passato.
La sua risibile velocità,la velocità di un uomo che cammina, consente al kayaker di entrare perfettamente in sintonia con ciò che lo circonda:coste,rocce,colore del mare,pesci.
Ogni minimo cambiamento il pagaiatore lo percepisce,esposto comʼè al momento presente della realtà; un minimo cambiamento del vento o della corrente produce immediato cambiamento del moto ondoso che da perfettamente piatto può incresparsi,può diventare ad onde grandi ma ondulate e tranquille oppure può peggiorare e far preoccupare.
Il kayaker è completamente,totalmente esposto agli eventi,ne è parte e ne è consapevole.
Si sposta in silenzio il kayak,si sente solo lo sciabordio della pagaia che ritmicamente entra ed esce dallʼacqua,nulla è celato,è tutto lì,ben presente e visibile.
Dietro quel capo cosa si nasconderà? a volte una micro spiaggetta deserta,altre volte un ecomostro con spiaggia ad ombrelloni e musica che arriva fino a dove ti trovi,altre volte scorgi una grotta ed entri,solo tra i natanti a poterti permettere questo lusso.
I gommoni e le barche a vela devono rimanere a rispettosa distanza dalla costa per non incagliarsi,il kayak naviga in 20 centimetri dʼacqua,va ovunque,anche laddove un sub non può passare.
Il kayak ti mette a contatto con i tuoi limiti e ti insegna cosa fare e cosa non fare:ogni imprudenza può essere fatale,un allontanamento dalla costa deve essere ponderato e misurato con le possibilità di cambiamento del mare e del vento. I peggiori nemici del kayak sono lʼimprudenza ed il vento.
Con vento contrario la nostra bicicletta del mare si comporta come una bicicletta di terra alle prese con una terribile e ripida salita:il vento ci frena,non ci consente di mantenere dritto il kayak,ogni pagaiata è una fatica.
Ovviamente esiste una tecnica ben precisa per pagaiare,ed esistono delle sane norme di autosoccorso che è bene conoscere prima di mettere in acqua il proprio kayak.
Esistono fondamentalmente due tipi di kayak:i kayak rigidi e quelli gonfiabili,i rigidi sono generalmente più performanti,più veloci e tengono meglio la direzione mentre i gonfiabili se non sono di buona qualità vanno bene solo per giocare a pochi metri dalla riva come se fossero canotti.
I gonfiabili di buona qualità invece riescono ad avvicinarsi molto alle prestazioni di un rigido e vengono utilizzati anche in condizioni estreme.
Dalla loro la trasportabilità (si ripiegano in una sacca),la facilità di rimessaggio (basta una cantina) la facilità di utilizzo (hanno una maggiore stabilità primaria) e sono assolutamente inaffondabili,costituiti come sono da più camere dʼaria separate tra di loro.
Per contro,oltre alle già citate prestazioni inferiori,la necessità di asciugarli prima di riporli nella sacca,questo aspetto se ininfluente durante una lunga vacanza nello stesso luogo è invece da tenere in considerazione nelle gite domenicali di una sola giornata.
Le tradizioni
Oggi 16 agosto,camping Sofas,Perdika vi vorrei parlare di ieri o meglio delle tradizioni.
Nel ristorantino del campeggio a ferragosto si è svolta una festa con musica tradizionale greca.
Il gruppo era composto dai figli di Zacarias: Gianni al bouzuki(strumento a corde simile al nostro mandolino) dal fratello di lui alle tastiere e da una giovane ragazza al canto.
Tutta la sera ci hanno dilettato con canzoni tratte dal repertorio folkloristico greco,il bouzuki è uno strumento meraviglioso,viene suonato in accompagnamento ad una voce e le sonorità di questo genere musicale incarnano lo spirito di questo popolo:talvoilta triste e malinconico altre leggiadro e spensierato.
Il ferragosto si festeggia così in molte parti della Grecia:nei ristoranti un gruppo folcloristico si esibisce mentre la gente seduta ai tavoli mangia ma con il trascorrere del tempo i commensali si alzano dai tavoli e si esibiscono nelle classiche danze a cerchio abbracciati gli uni agli altri oppure in danze a solo,con il resto delle persone che accovacciate a terra scandiscono le movenze con il battito delle mani.
Tutto questo dura diverse ore,tra il protrarsi della cena,del bere e delle danze.
Il bouzuki è il vero padrone della serata,le sue note fanno scaturire lacrime di nostalgia o sfrenati fischi e grida di gioia,a seconda del brano che viene suonato.
Ciò che mi ha colpito è che che questo tipo di festa è transgenerazionale: coinvolge anziani e giovani allo stesso modo. In particolare i ragazzi presenti conoscevano a memoria le parole di molte canzoni e le cantavano dimostrando così un attaccamento alle radici,alla tradizione cui io non ero abituato.
Parlo ovviamente per me e per la mia città Milano dove la tradizione,le radici non esistono.
Questi ragazzi greci hanno,seppur nelle loro difficoltà economiche una certezza ed un legante comune che è il rispetto delle radici.
A molti ragazzi abitanti delle grandi città ex-industriali del nord Italia rimangono i rave party,protesi come sono verso un veloce e supersonico futuro navigano a vista,il suono del bouzuki risuona troppo lontano non li può raggiungere.
17 agosto
anche oggi una bella e calda giornata anche se caratterizzata da forte vento.
In confronto alle sconfortanti notizie meteo che come echi lontani ci giungono dal nord Italia noi ci riteniamo molto fortunati.
La giornata odierna si è svolta tra uscite in kayak e riposo.
Ieri abbiamo visitato la vicina città di Parga,più per dovere che per convinzione,ed infatti i miei timori si sono dimostrati fondati:parcheggio introvabile,caos,spiaggia affollata,negozi di cianfrusaglie tutti uguali a tutti i negozi delle città di mare,lungomare con un susseguirsi ininterrotto di bar.
Peccato perchè Parga ha un centro storico molto bello,tipico di cittadina di pescatori,peccato che le vecchie case dei pescatori siano state trasformate in bar e negozi di paccottaglia.
Unica cosa degna di nota la fortezza risalente allʼetà veneziana.
Rientrati nella pace del campeggio ci siamo goduti il mare e la spiaggia semideserta del Camping Sofas
18 agosto
Akeron.
Oggi abbiamo visitato le sorgenti del fiume Acheronte: di proposito abbiamo atteso la fine del week end poichè ci era stato caldamente sconsigliata questa gita di domenica:pare che le sorgenti dellʼAcheronte in quei giorni vengano prese dʼassalto.
Il luogo è molto bello e merita senzʼaltro una visita:parcheggiata lʼauto nellʼampio e gratuito parcheggio si percorre un breve sentiero che costeggia il fiume fino a giungere in un punto in cui è dʼobbligo fermarsi oppure entrare in acqua.
Noi ci eravamo premuniti di scarpette da scoglio e costume per cui ci siamo imersi in acqua ed incamminati nella parte più suggestiva di questo itinerario:si cammina in 50/100 cm dʼacqua gelida (la temperatura dellʼAkeron in questo punto è di 4°) fino ad arrivare a vedere dei veri e propri canyon scavati dal fiume nel corso dei millenni.
Il panorama è molto suggestivo,nota dolente anche qui come in altri luoghi ameni della Grecia...la sporcizia: abbiamo trovato abbandonati fazzoletti,ciabatte,persino un pannolino.
Ad aggravare la situazione il diffuso campeggio libero con tende,assolutamente insostenibile a giudicare dai fazzoletti abbandonati lungo il percorso.
Bidoni contenenti sacchi neri dellʼimmondizia non rimossi completavano il quadro della situazione.
Concludendo:un logo simile nel nord Europa sarebbe rimasto incontaminato,qua al sud del mondo la situazione era ben diversa.
Ci sarà un nesso tra questo e lo stato di default economico di un paese? Lascio a voi decidere.
Al rientro abbiamo pranzato in una taverna lungo la strada,tornato in campeggio non ho resistito:ho preso il kayak e ho pagaiato per 3 belle ore nelle limpide acque della costa.
20 agosto
Il tempo scorre placidamente al Camping Sofas,e sinceramente è anche ora di domandarci fino a quando rimarremo qua.
Il piano iniziale della vacanza prevedeva una tappa in Makedonia sulle rive del lago di Ohrid ma un nostro amico da poco rientrato proprio da Ohrid non ne è rimasto entusiasta:immondizia nelle immediate vicinanze del lago,campeggio piccolo e caotico, la città do Ohrid ridotta a negozietti di cianfrusaglie cinesi,musica tecno alla notte con corredo di risse. Questo ci ha fatto accendere una lampadina di alert...se qui a Sofas Beach non stessimo bene potremmo anche rischiare e provare ma poichè ci troviamo davvero a nostro agio preferiamo non cambiare.
Avevamo pensato in alternativa ad una sosta termale a Dolenjske Toplice in Slovenia,ma considerato che il mare dopo questi giorni lo rivedremo tra un anno abbiamo pensato di scartare anche questa meta.
Come tutte le volte che ci stanzializzamo in un luogo iniziamo a sentire un disagio,una vocina che ci sussurra allʼorecchio di partire,di cambiare...nellʼequilibrio tra questi sentimenti troveremo la risposta,per ora rimaniamo in Grecia,ultimo giorno utile domenica prossima 24 agosto,lunedi leveremo le ancore per la lunga attraversata dei Balcani per il ritorno in Italia.
21 agosto
La Grecia,i Balcani...un nesso?
Su spunto di un caro amico che mi ha spinto a questa riflessione tramite sms inviatomi poche ore fa vi vorrei parlare dei Balcani e del loro rapporto con un viaggio in Grecia,ma più semplicemente se la terra balcanica ha qualcosa da offrire al turista viaggiatore.
La riposta è articolata e non semplice ma cercherò di fare chiarezza,e di chiarirmi io stesso le idee.
Lʼanno scorso,in occasione della nostra prima attraversata Balcanica in direzione Penisola Calcidica la scelta di inframezzarla con la visita alle capitali Croata,Serba e Macedone è stata una scelta vincente,doverosa e se vogliamo obbligata:lʼautostrada da Gorizia a Salonicco le tocca praticamente tutte,offrendo la possibilità di spezzettare il viaggio evitando le stancate da 10 ore di guida giornaliera e consentendo delle piacevolissime visite.
Questʼanno lʼitinerario autostradale era lo stesso ma le capitali erano già state visitate,abbiamo quindi optato per la classica “attreversata non stop” con soste solo per rifornimenti e pernottamenti.
Stando le cose in questi termini i Balcani si sono trasformati in mera terra da attraversamento,un ininterrotto scorrere di chilometri su un nastro di asfalto attraverso lʼEuropa dellʼEst.
Inutile dire che in un viaggio di questo tipo “Balkan” è solo un mito,unʼidea,un sogno.
Strada facendo si incontrano affascinanti cartelli indicatori di località rese tristemente famose dalle passate guerre:Mostar,Bania Luka,Sarajevo; cartelli che inducono alla visita di queste località ma che non possono rientrare nellʼeconomia di un viaggio avente per meta finale la Tessaglia e lʼEpiro (le regioni di destinazione di questa nostra vacanza) in quanto richiederebbero deviazioni, tempi e percorrenze chilometriche importanti tanto da richiedere più delle 4 canoniche settimane di vacanza oppure ridurrebbero le soste in Grecia al classico “mordi e fuggi” di camperistica memoria.
Detto questo mi sento di dire che se la meta è la Grecia e se le capitali balcaniche sono già state visitate,i Balcani come terra non ha da offrire nulla.
Tuttavia se non si inserisce la Grecia nelle destinazioni e ci si limita ad una vacanza di mare in Croazia o magari in Montenegro allora le località sopracitate quali Mostar,Sarajevo ecc diventerebbero mete interessanti,il mito dei Balcani prenderebbe vita e da questo punto di vista sono convinto che essi avrebbero tanto da offrire al viaggiatore:cultura,cortesia,folklore.
Il tutto accompagnato da prezzi decisamente calmierati ed alla portata di tutti.
Tanto si parla del Grande Nord ma di chilometri da fare e bellezze da scoprire ve ne sarebbero in terra balcanica,facendola divenire un nuovo mito,molto più alla portata di ogni italiano,lontani,economici e piacevoli molto più di quanto possa esserlo il Grande Nord,ormai costosissimo per il nostro popolo.
21 agosto
La partenza.
il bello delle vacanze itineranti in roulotte senza dipendere da alcuna prenotazione è proprio questo:poter cambiare idea e decidere repentinamente sul da farsi,cambiare le carte in tavola e stravolgere con libertà le certezze di alcune ore prima.
Dopo pranzo eravamo in relax leggendo e bevendo un caffè quando io e Rosi ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti:”che facciamo?”
Il “che facciamo” era dettato dal fatto che ci rimangono 3 giorni pieni prima della grande attraversata di rientro,e trascorrerli nella pur meravigliosa quiete del Sofas Camping ci sembrava un pò uno spreco.
Se a questo aggiungiamo le accuse di stanzialismo giunte da più parti abbiamo deciso di levare le tende e partire!!!. Scherzi a parte, dopo alcuni giorni di completo relax,per quanto la situazione in un luogo sia rilassante e piacevole,iniziamo sempre a sentire una certa irrequietudine,la voglia di scoprire cosa cʼè “un pò più in là”...è da questo equilibrio tra lo stanziare e la voglia di esplorare che scaturiscono le decisioni ed i nostri viaggi.
Dalle informazioni che abbiamo ricevuto la costa sopra a Igumenitsa non riserva particolari attrattive,ed allora gioco forza abbiamo rispolverato la vecchia carta di Ohrid,Makedonia.
Partiremo domattina,prevediamo di arrivare entro il pomeriggio al Camping Rino.
Certo le notizie che avevamo avuto su Ohrid non erano delle migliori ma forse è meglio così:arriveremo in Makedonia senza enormi aspettative,prenderemo ciò che verrà,consapevoli di non aspettarci miracoli da questo luogo.
Questa sosta renderà tra lʼaltro meno gravoso il grande viaggio di rientro,spezzandolo con una sosta di due giorni. Ripartiremo lunedi mattina dalla Makedonia con quasi 400 chilometri già percorsi alle nostre spalle.
Vi terremo informati,lʼavventura continua.
22 agosto
camping Rino,Ohrid,Makedonia.
Ma partiamo dal confine greco-Macedone:che bello i vecchi valichi di confine,altrochè la insipida mancanza di dogane dellʼEuropa unita!
Abbiamo svalicato a Niki,fuori dalle rotte turistiche,lontano dallʼautostrada e dai migranti Turchi,un piccolo valico che viene attraversato solo da chi vuole visitare Ohrid provenendo dalla Grecia,insomma 4 gatti.
Arriviamo al controllo greco:un funzionario mi verifica le carte di identità e mi lascia passare senza degnarmi di uno sguardo e senza una parola di risposta ai miei saluti.
Dogana macedone: qua le cose si complicano.
Il primo funzionario controlla carte identità,libretti auto e caravan e relative assicurazioni, ci lascia passare; ma più avanti cʼè il sig “pancetta” un metro e mezzo di doganiere magro ma con una pancia come se avesse mangiato una anguria:riprende tutti i documenti (come se il suo collega non avesse fatto nulla) e,a sbarra doganale alzate (via libera) mi chiede in macedone dove fossi diretto.
“A Ohrid! We visit Ohrid!” rispondo entusiasta.
il sig Pancetta mi fa capire se avessi intenzione di andare a Ohrid e poi ritornare indietro da dove sono entrato (e cioè in pratica dal valico di Niki).
“No,gli rispondo,noi andiamo in Italia” Problema.
La sbarra doganale magicamente si abbassa,ogni accesso è precluso; il sig Pancetta con le nostre carte di identità se ne va e scompare dentro un ufficio.
Ehehehehehe lʼemozione delle dogane,ritornerà dopo una interminabile manciata di minuti restituendoci le carte di identità ed aprendo la sbarra doganale,la porta del paradiso.
Non chiedetemi il motivo di quanto accaduto,magie e misteri dei valichi di frontiera.
Radio Makedonia scandirà, sulla strada di montagna stretta e dissestata, i 70 chilometri che divideranno Bitola da Ohrid con la sua musica acustica tradizionale.
Per percorrere quei 70 km ci impiegheremo 2 ore,roba in giro per tutta la caravan. Camping Rino:
Il campeggio più piccolo del mondo:dalla reception al lago ci sono 15 metri.
Dotazioni:una doccia,una tazza per gli uomini ed una per le donne,un solo lavandino per i piatt,WC chimico manco a chiederlo,sicuramente si svuota tutto nella tazza dei maschi.
Per lavarsi i denti il lavandino è nellʼunica doccia:se uno si sta docciando tu aspetti per lavarti i denti.
Rino,il gestore si presenta,stringe la mano,in buon inglese ci fa vedere le tre cose da vedere,campeggio vuoto,ci piazza ovviamente fronte lago.
WIFI gratuito,12 euri al giorno tutto compreso.
Nel campeggio cʼè il suo piccolo bar fronte lago,su richiesta cucinano (chissà dove forse in casa di suo padre) trote di lago a prezzi ottimi.
Il tramonto ci coglie con una birra macedone in mano,sui tavolini deserti del campeggio a rimirare gli uccelli acquatici,cena home made nella quiete della piazzola.
Alcuni anziani giocano a scacchi sui tavolini del bar bevendo rakija.
Mentre vi scrivo il canto dei muezzin risuona da lontano. Makedonia,un sogno,un mito,ora realtà.
23 agosto
La giornata di oggi è stata dedicata alla visita della cittadina di Ohrid.
Abbiamo deciso di effettuarla in mattinata per evitare lʼeccessivo affollamento del sabato sera.
Percorsi in auto i 17 chilometri che separano il campeggio dalla città abbiamo iniziato la nostra visita dalla parte bassa di Ohrid.
La fama di cui gode è sicuramente meritata come pure lo è lʼinserimento nellʼelenco dellʼUNESCO tra i patrimoni dellʼumanità.
Ad onor del vero ci sono luci e ombre che riguardano Ohrid come ad esempio il fatto che la città,antica bellissima ed interamente costruita in pietra,abbia tutti gli edifici del centro storico trasformati in negozi di souvenir per turisti,grandi firme,ristoranti e persino un casinò.
Altra ombra:le diverse discariche abusive che abbiamo avuto modo di osservare nel tragitto tra il campeggio e la città,oppure le bottiglie di plastica,tante bottiglie di plastica, buttate ai lati della statale.
Il centro storico di Ohrid per fortuna è esente da immondizia,pulito e ben ordinato.
Anche i problemi del passato relativi alle risse fuori dalle discoteche sembrano risolti,almeno questo è ciò che mi ha confermato Rino,il gestore del campeggio.
Torniamo al centro storico di Ohrid:da visitare sicuramente le belle chiese ortodosse,il museo delle icone,lʼanfiteatro romano,le viuzze lastricate di pietra.
Tanti turisti,prevalentemente macedoni,polacchi,qualche raro olandese e francese. Totalmente assenti gli italiani,forse più interessati al mare della Grecia.
I macedoni ci ammirano:negozi di arredamento “Italian Style” o negozi moda con firme italiane.
Sono malati di calcio:il benzinaio dove ci siamo fermati a fare GPL mi ha confessato di essere tifoso della Juventus e con orgoglio mi ha comunicato che 3 volte allʼanno va a Torino a vedere le partite della sua squadra del cuore.
Sono molto tamarri i giovani macedoni:fuori dal campeggio io e Rosi stavamo facendo una passeggiata quando alle nostre spalle sentiamo una inchiodata di unʼauto:ci voltiamo per vedere cosa fosse successo e vediamo un ragazzo
fermo in mezzo alla strada con una macchina a pochi centimetri da lui:era di un suo amico e lui smartphone alla mano si era divertito a riprendere la scena della corsa folle e della frenata.
I pensionati vengono tutti i giorni in campeggio a bere qualcosa ed a pescare,parlano italiano e tedesco,raccontano storie di emigrazione e di riscatto dalla vita di miseria della loro Makedonia.
Il pomeriggio,una volta rientrati in campeggio è stato dedicato alla prima uscita sul lago con il nostro kayak:lʼacqua sembra molto pulita,ovviamente notizia da confermare,ci sarebbe da capire lʼimpatto che ha sul lago tutta questa immondizia,ma loro,i Macedoni giurano che lʼacqua del lago di Ohrid sia pulitissima.
Ora sono seduto alla luce di una torcia di fronte al lago,accompagnato dallo sciabordio dellʼacqua e dalla musica di un concerto di musica tradizionale proveniente da qualche locale lontano,dallʼaltra parte del lago.
24 agosto
La giornata di oggi è stata dedicata al riposo ed allʼultimo giro in kayak sulle sponde del bellissimo lago di Ohrid,mi sono spinto fino a ridosso dellʼAlbania ma non sono entrato,era tardi e dovevo rientrare in campeggio.
I nostri vicini,una coppia di pensionati olandesi con carrello tenda ci hanno parlato bene dellʼAlbania,dicono che il mare sia molto bello e che alla mancanza di campeggi si sopperisce con soste nei parcheggi dei ristoranti o hotel e con la possibilità di utilizzare i loro servizi dietro un piccolo compenso,ci hanno acceso una lampadina quei sacramenti di pensionati olandesi...chissà...lʼanno prossimo...
Per ora abbiamo smontato e messo via tutto,domani mattina si parte,direzione Serbia,Croazia e Slovenia per poi varcare il confine italiano a Gorizia.
Il piano è quello di percorrere i 1300 chilometri che ci separano dallʼItalia in un paio di giorni,contiamo di arrivare in Friuli la sera di martedi 26 agosto.
Lì ci fermeremo qualche giorno dai miei genitori,in campagna,per lavare caravan,auto e kayak e riposare prima di ritornare alla nostra vita di Milano.
In questa lunga attraversata balcanica comunicheremo tramite SMS. Ci rileggiamo in Italia.
25 agosto
La perla.
Oggi vi voglio parlare di una magnifica perla incontrata casualmente.
Durante il viaggio di ritorno,erano le 18,30,ci trovavamo sulla autostrada E70 Belgrado Zagrabria ad 80km a ovest di Belgrado e ci siamo imbattuti in un cartello indicante un campeggio.
Superata lʼindecisione iniziale abbiamo deciso di seguirne le indicazioni e vedere di che cosa si trattasse,lʼalternativa era trascorrere la notte in un autogrill con tutti i disagi del caso.
A 12 chilometri dallʼuscita dellʼautostrada siamo arrivati al Camping Zasavica,in località Zasavica-Sremska Mitovica ed immediatamente abbiamo capito di essere giunti in un posto speciale:piccolo campeggio con una cinquantina di piazzole,tutte servite con colonnina e carico acqua,tutte erbose e ben curate e completamente alberate.
Pochi i campeggiatori,tutti internazionali,un grande silenzio ed una grande pace.
Ma le sorprese erano appena iniziate e visitando il camping ne abbiamo avute altre:gli edifici che ospitano reception,bagni,sala comune e cucine sono stati realizzati con mattoni rossi a vista e travi in legno (ove possibile antiche di recupero) secondo uno stile architettonico in linea con le case contadine di questa regione della Serbia.
I materiali:grande cura è stata data nella scelta dei materiali,dei colori,dei sanitari,delle piastrelle,delle travi; tutto ben ponderato,di una sobria e pulita eleganza.
Servizi igienici,docce e lavandini azionati da fotocellule laser,pulizia estrema.
Cucina completamente arredata a disposizione dei campeggiatori con fuochi,forno,piatti,bicchieri,posate. Sala comune con tavoli e panche in legno con camino.
La nostra impressione,netta ed inequivocabile,è stata quella di trovarci di fronte ad un progetto di campeggio “Leading Camping” pur non essendo il Camping Zasavica ufficialmente inserito in quel circuito (di cui fanno parte il Caravan Park Sexten e Cavallino,solo per citarne due famosi).
Questo per farvi capire la filosofia,la passione e la grande disponibilità del gestore e del giovane suo aiutante.
Si perchè al Camping Zasavica lavorano solo due persone,il rapporto è quindi immediatamente franco e personale. Il prezzo:due persone tutto compreso 22 euro.
Chiacchierando con il titolare abbiamo appreso che la Serbia offre al turista tanta natura,boschi,monti e parchi naturali incontaminati di cui non eravamo a conoscenza e che non sono frequentati dal turismo di massa, tutto concentrato nelle località di mare croate.
Annessa al campeggio,raggiungibile con una passeggiata di 300 metri,cʼè la Riserva Naturale di Zasavica creata nel 2003 che rappresenta un biotipo importante per questa regione della Serbia:nel suo piccolo fiume vi sono pesci e diversi animali acquatici,nidificano uccelli di diverse specie,cʼè una fattoria degli animali ideale per le visite con bambini.
La Riserva è visitabile individualmente grazie ai suoi sentieri oppure esistono visite guidate,il fiume è visitabile con un barcone e con relativa guida.
La pace regna assoluta,non un rumore,non unʼauto abbiamo sentito nella notte e nelle poche ore della giornata,solo tanta natura,ne siamo rimasti affascinati.
Il Camping Zasavica si presta come punto di appoggio per visitare la bella e relativamente vicina Novi Sad oppure per visiatare la città romana di Sremska Mitovica con annesso museo archeologico.
Inoltre il campeggio si trova a pochi minuti dal fiume Sava che si presta per attività sportive,natatorie e di relax.
Noi tutte queste meraviglie non abbiamo potuto apprezzarle in quanto siamo dovuti partire il mattino seguente,abbiamo lasciato questo posto con una pena nel cuore ed una certezza:torneremo e ci fermeremo più giorni per poter approfondire.
Lasciato il Camping Zasavica abbiamo ripreso lʼautostrada che in 9 ore ci ha riportato in Italia.
Chilometri totali percorsi 4951 Ore di guida complessive: 83