A spasso per l'Appennino

viaggio kozan
Nickname
Kozan
Durata (giorni)
29
Tipo di Roulotte
Tabbert Comtesse MY 2001

 

 

Scarica il viaggio di Kozan: Viaggio di Kozan, estate 2020.pdf

Estate 2020
Nickname: Kozan (Stefano e Rosi)

Questa estate dirigeremo il nostro treno caravanistico verso una meta che da sempre ci appassiona, che abbiamo saggiato più volte in passato ma che ci riserva ancora tante perle nascoste: l’Appennino.

Eh si, quando si dice Italia si dice mare ma ci si dimentica che il nostro Belpaese è per la stragrande maggioranza del suo territorio costituito dalla meravigliosa catena degli Appennini, vera e propria spina dorsale che la attraversa da nord a sud.

Appennino, questo grande gigante dimenticato, che raccoglie e conserva gelosamente perle difficili da elencare tante esse sono: paesini medioevali arroccati in collina, fiumi e torrenti incontaminati, immense foreste, zone protette e parchi nazionali, montagne, luoghi di culto antichi come eremi e monasteri.

Luoghi semplici abitati da persone semplici ma ospitali, luoghi lontani millenni dai centri alla moda delle nostre metropoli, paesi dove ancora si trovano osterie vere al posto dei nostri “wine bar” a tal proposito ne ricordo una, in uno sperduto paesino forse era Castel del Monte, l’insegna diceva semplicemente VINO scritta sbiadita con vernice a pennello, l’anziano oste usciva, posizionava all’aperto un tavolino pieghevole in legno scolorito e tu ti sedevi li, con sorriso beote a gustarti questa realtà ferma agli anni 60 del secolo scorso.
Un altro aneddoto: mi sono imbattuto in un chiosco, forse in prossimità di Campo Imperatore, dove con una insegna traballante scritta con il font dei film western si potevano acquistare arrosticini crudi e cuocerli direttamente nelle griglie messe a disposizione.

Luoghi selvaggi, ricordo quella notte di molti anni fa, stavamo facendo una passeggiata prima di andare a letto, era buio pesto, io e Rosi sentiamo dietro di noi un battito di ali poderoso, facciamo appena a tempo a voltarci per vederci sorpassare da un allocco dall’apertura alare di un metro, scomparve subito nell’oscurità lasciandoci senza parole.

Negli Appennini il tempo si è fermato, si è fermato perchè la fretta e la frenesia attanagliano le genti della pianura o delle riviere sul mare, ma gli Appennini, questo immenso mare di monti (passatemi il paradosso) non si curano del trascorrere del tempo, loro sono ancora lì, ad accogliere il visitatore con la loro maestosa semplicità.

Sarà una lunga attraversata la nostra, in ossequio al tempo che si è fermato cercheremo di non utilizzare le autostrade, anzi se tutto andrà come deve ne usciremo ad Aulla per non riprenderla più fino al nostro ritorno.

Aulla perchè è la porta della Garfagnana, qui inizierà la nostra avventura per poi proseguire verso il Montefeltro, verso l’Umbria, le Marche, Toscana e se ci sarà tempo arriveremo anche nello sconosciuto Molise patria delle maestose Mainarde.

Ma non fatemi svelare tutto adesso, vivremo insieme questo viaggio giorno dopo giorno perchè pubblicherò sulle pagine di questo nostro forum i report quotidiani dei luoghi visitati.

Sosteremo in campeggi, aree sosta, agriturismi e se si presenterà l’occasione faremo anche sosta libera, gli Appennini non sono certo zone a rischio per chi volesse dormire fuori da strutture protette.

Il treno sarà sempre il solito collaudatissimo treno: Tabbert Comtesse MY 2001+Jeep Grand Cherockee MY 2004, una accoppiata che ci ha dato finora enormi soddisfazioni e nella quale abbiamo piena fiducia.

Ci aggiorniamo quindi tra qualche giorno, non appena saremo agganciati.

31 luglio
Fratelli di caravan tutto è pronto: la caravan è carica di bagagli e vettovagliamenti, frigo acceso pronto ad accogliere il cibo fresco.
Partiremo domani mattina alle prime luci dell’alba in modo da evitare il più possibile le code trattandosi die sodo estivo.
Destinazione sarà la Garfagnana, precisamente Minucciano presso il Campeggio Alpi Apuane, partiamo senza prenotazione e senza averli contattati, ci piace così, viaggiare senza troppe certezze, se fosse pieno (ma lo credo improbabile) abbiamo altre soluzioni alternative presso agriturismi dislocati nelle vicinanze.
Ci aggiorniamo al nostro arrivo.

1 agosto Milano-Vagli di Sotto LU k 270
Questa mattina la sveglia è suonata molto presto, alle 4 eravamo in piedi eccitatissimi per la partenza, il primo aggancio di ogni vacanza è sempre indimenticabile, l’energia è a mille.
Fiduciosi ci fiondiamo sulla A1 direzione Parma ma ben presto la dura realtà dell’esodo agostano ci riporta con i piedi per terra: rallentamenti, code, caldo.
La media oraria si aggira attorno ai 30km orari.
Resistiamo pochi chilometri poi decidiamo che è inutile sbattere via soldi in autostrada per arrostire sotto al sole a 20 km orari, arrivati all’altezza di Lodi decidiamo di abbandonare l’assurdo serpentone di lamiere arroventate e ci immettiamo sulla via Emilia.
Non che si viaggi tanto più velocemente sulla statale ma almeno ci godiamo un pò di paesaggi, arriviamo a Parma, Waze ci segnala che la “Parma/la Spezia” è esente da code, ci immettiamo e la percorriamo fino a Pontremoli.
Usciti a Pontremoli continuiamo sulla SS62 della Cisa fino ad Aulla, la porta della Lunigiana.
Una provinciale stretta e tortuosa, di quelle che piacciono a noi, ci poterà fino in Garfagnana.
Telefoniamo per scrupolo al Camping Alpi Apuane, ci risponde una gentile signora: “abbiamo solo due piazzole libere, al sole”.
Grazie, arrivederci, si cambia meta al volo, direzione Vagli di Sotto provincia di Lucca, Camping Rio Vaiano.
Ma è ora di pranzo, arriviamo al passo Carpinelli 850 mt slm, un caldo bestiale, si presenta davanti a noi un punto ristoro “merende e pranzi” una via di mezzo tra trattoria alla buona e rivendita di prodotti tipici.
Siamo accaldati ed affamati, fermiamo il treno caravanistico, si converte a gas il frigo e ci si fionda a cannone in un tavolo con vista mozzafiato sulle Alpi Apuane: birra cruda artigianale accompagnata dai testaroli con pesto e sugo di funghi, ed una bella insalata, se questo è l’inizio della vacanza significa che ne vedremo delle belle.
Prima di ripartire compriamo qualche fetta di torta salata con le verdure a prezzi che la nostra Milano si sogna.
Arriviamo nel pomeriggio al camping Rio Vaiano nel cuore del Parco Nazionale delle Alpi Apuane, è il tipo di campeggio che noi privilegiamo: piccolo, tranquillo, servizi essenziali, immerso nella natura a 650 mt slm.
Ci accoglie il gestore, gentilissimo, ci consiglia una piazzola con vista sulle cime delle Apuane.
Certo il Rio Vaiano non è un campeggio per tutti: i bagni sono vecchi e la pulizia non è impeccabile ma è il classico campeggio che rimanda all’epoca pionieristica dei campeggi, ci trasporta, come in una macchina del tempo a quelli che dovevano essere stai i nostri campeggi negli anni 60 del secolo scorso: essenziali, senza fronzoli, senza stanziali, senza animazione, senza musica, senza confusione.
Lo spettacolo qui è offerto dalla natura, dai grilli e dall’estraniante panorama delle Alpi Apuane che dall’alto offrono sensazioni che nessuna animazione dei campeggi dei giorni nostri ci potrà mai dare.
Ora è sera, una coppia di olandesi, con l’immancabile lumino acceso, si godono gli ultimi bagliori di luce sulle cime aguzze di queste montagne, un gruppo di bosniaci sta seduto attorno ad un falò, in barba ai campeggi odierni dove non viene più permesso neppure di accendere la griglia a carbonella.
Sono stanco ma felice della giornata trascorsa, adesso vado a nanna, domani ci aspetta un trekking, andremo a toccare con mano queste cime meravigliose.

2 agosto
La giornata di oggi è stata dedicata ad una escursione al monte Sumbra 1770 mt, un piacevolissimo trekking di 4 ore con 617 metri di dislivello, si snoda nella sua prima parte all’interno di una enorme e maestosa faggeta mentre dalla vetta del monte si gode un meraviglioso panorama sulle Alpi Apuane e la vicina Versilia.
Rientriamo in campeggio nel pomeriggio, anche oggi il caldo è opprimente, domani è prevista pioggia e per questo abbiamo deciso di dedicare la giornata ad un itinerario in auto tra i borghi più caratteristici della Garfagnana.
Alcune considerazioni sulle Apuane: sono effettivamente Alpi a tutti gli effetti, offrono infatti un panorama tipico in quanto la loro conformazione e la forma richiamano le più famose montagne dell’arco Alpino, da queste si differenziano sostanzialmente per l’altezza: non arrivano a 2000 mt ma la loro bellezza è fuori discussione, non a caso sono state inserite nell’UNESCO.
Le Apuane sono fatte oggetto da millenni di estrazione del marmo e devo dire che fa male vedere come vengano a tratti sventrate e deturpate dalle cave a cielo aperto, io ero convinto che il fenomeno si limitasse alla zona di Carrara ma non è affatto così, in molte zone ci sono cave piccole o più grandi e questa attività sebbene sia importante da un punto di vista economico ha un impatto sull’ambiente notevolissimo: siamo qui solo da due giorni ma ci è capitato già due volte di sentire persone del luogo che si esprimono criticamente rispetto a questa attività definita devastante.
Per quanto riguarda le mie prime impressioni sulla Garfagnana devo dire che sono estremamente positive: tantissima natura, a tratti selvaggia, paesaggi meravigliosi, gastronomia eccellente, a tal proposito altre ai classici ristoranti si trovano chioschi e  piccole trattorie che servono piatti gastronomici casalinghi con taglieri di salumi e formaggi locali, torte di verdura o di patate, oltre ai testaroli della Garfagnana qui chiamati “Panicacci” rispetto ai cugini della Lunigiana pur essendo fatti con gli stessi ingredienti ed identica  procedura si presentano come tondi di 15cm di diametro, solitamente ne vengono serviti 3 con sugo di funghi, pesto e ragù, i testaroli della Lunigiana invece sono tagliati a pezzetti e si preparano tramite un unico testo di 50cm.

3 agosto  
La giornata di oggi è stata dedicata alla visita di alcune perle della Garfagnana: il paese di Vagli di sotto, Castelnuovo Garfagnana, Barga nonché l’eremo di Calomini.
Vagli di sotto e’ un delizioso paese in pietra affacciato sull’omonimo lago artificiale.
Da Vagli si snoda un sentiero panoramico che costeggia il lago e che conduce ad un ponte pedonale sospeso che offre uno scorcio sul lago e sulle foreste dei dintorni.
Il secondo paese che abbiamo visitato e’ stato Castiglione Garfagnana con il suo bellissimo Duomo Romanico e la Rocca Ariostesca.
A Castiglione ci viene fame, e’ l’ora di pranzo, troviamo un grazioso ristorante sotto un porticato,
sembra pieno, i camerieri corrono avanti ed indietro senza poterci prestare attenzione, ad un certo punto ci dicono che c’è da aspettare, abbiamo tre persone davanti a noi, cerco un menu’ non lo trovo, nessuno ci da’ retta, dico a Rosi che questa bolgia non mi piace, andiamo a cercare altro piuttosto digiuno.
A pochi passi dal duomo ci imbattiamo nella mitica Aia di Piero, l’insegna recita: salumeria, gastronomia, prodotti tipici, stuzzichini in grotta.
Che santa verità: la Garfagnana si dimostra la patria dei funghi e dei cereali e per chi come me non mangia la carne non è cosa da poco mentre per chi invece ama i salumi beh non c’è da dire nulla, il prosciutto toscano e’ avanti anni luce rispetto al Parma.
Pranziamo in questa gastronomia in pietra, all’interno di una stanzetta: “la grotta” immersi in profumino sapori che ci lasciano senza parole.
Lasciamo Castelnuovo e ci dirigiamo verso Barga, inserito nel circuito dei Paesi più belli d’Italia.
Cittadina fiorente già dal XII secolo, fu sottoposta al dominio di Firenze che grazie ad una politica di agevolazioni fiscali la rese molto ricca, e si nota dalla quantità di palazzi rinascimentali.
Alla sommità del a paese un imponente duomo romanico.
Qui si parla ovunque inglese, le case in vendita hanno descrizioni prima in inglese e poi in italiano, molti i cognomi inglesi alle porte dei più bei palazzi.
Questa Garfagnana e’ decisamente diversa da quella del nostro campeggio: qui si respira l’aria della Toscana venduta agli stranieri.
Lasciamo la bellissima Barga e ci spostiamo all’eremo di Calomini che fondato all’inizio dell’XI secolo si staglia incastonato nella viva roccia.
Ecco che puntualmente come in ogni vacanza ci si presenta la “sosta perfetta”.
Chiamiamo così quella particolare situazione che permetterebbe una sosta libera amena in un contesto perfetto.
Questo contesto e’ oggi l’eremo di Calomini: siamo praticamente soli.
 Tra poco l’eremo chiuderà e si potrebbe sostare in libera nel parcheggio antistante con vista sull’eremo e sulla valle del Serchio.
Ci rendiamo conto che questa “sosta perfetta” non potrebbe avvenire con un treno caravanistico lungo 11 metri, solo un camper puro avrebbe potuto percorrere la strettissima e tortuosa stradina che porta all’eremo e trovare posteggio nei piccoli stalli messo a disposizione.
E’ ormai tardi e’ ora di fare rientro al nostro campeggio selvaggio: al Rio Vaiano ci siamo praticamente solo noi ed un camper, avvolti dalle nubi e da una pioggerella intermittente ci chiudiamo in roulotte: che bello vivere l’intimità della caravan dopo una giornata trascorsa all’aperto.
Una buona minestra calda, una sana insalata e del buon vino chiudono in gloria questa meravigliosa giornata.
Il silenzio in campeggio e’ assordante, siamo a 20 chilometri in linea d’aria dalla Versilia ma è come se fossero 2000: dalla  Versilia ci separa un abisso culturale in cui un gestore di campeggio ci viene a salutare con un falcetto in mano, ha appena raccolto delle bacche  selvatiche di prugnolo con cui farà un liquore, alcuni cinghiali brucano l’erba a pochi passi dalla nostra roulotte e le Alpi Apuane sembrano volerci benevolmente proteggere dalla confusione, dalla finzione e dal frastuono che regnano lungo la costa.

4 agosto
Dopo una notte caratterizzata da pioggia torrenziale e drastico abbassamento delle temperature tanto da farci accendere l’ultraheat ci risvegliamo con un cielo nuvoloso che scoraggia escursioni in montagna.
Decidiamo quindi di continuare in auto la scoperta del territorio, poco fuori dal campeggio visitiamo la diga di Vagli, costruita nel 1953 e poi ci dirigiamo verso un altro dei “Borghi più belli d’Italia”: Castiglione Garfagnana; dedichiamo qualche ora a passeggiare tra le sue mura fortificate, i suoi torrioni di guardia e le sue stradine strette, Castiglione Garfagnana vale certamente una visita e merita appieno la fama di cui gode.
Rientriamo nel pomeriggio in campeggio, siamo praticamente gli unici avventori, ci sono due cavalli che pascolano serenamente insieme ad una famiglia di cinghiali.
Ma oggi dobbiamo lasciare temporaneamente questo paradiso in terra: ho ricevuto una telefonata da Milano, mi aspettano domani mattina per un colloquio di lavoro, siamo a 270 chilometri da casa, non è una distanza proibitiva, chiudiamo la nostra roulotte e rientriamo in serata in città non senza un sospiro, ma coraggio, domani pomeriggio saremo già di ritorno nella natura selvaggia del camping Rio Vaiano.


5 agosto
La giornata di oggi e’ stata, da un punto di vista strettamente vacanziero, decisamente anomala, siamo arrivati ieri sera a Milano,  lasciando a Vagli la nostra  caravan, rientrati ieri per una scommessa: un colloquio di lavoro cui ero stato ammesso alla seconda selezione.
In pratica più di 500km tra andata e ritorno da percorrere in meno di 24 ore senza contare il costo in termini di carburante, autostrada e tempo sottratto alle vacanze.
Ma ne è valsa la pena, il colloquio e’ andato a buon fine, già durante il viaggio di ritorno a Vagli sono stato contattato e messo al corrente che a settembre sarei stato assunto.
Una bellissima notizia quindi, nulla di meglio che poterla festeggiare una volta rientrato in campeggio circondato dalla cornice delle Alpi Apuane.
Ma è già arrivato il momento, con il cuore sanguinante, si lasciare la bellezza selvaggia del camping Rio Vaiano, domani si leva il campo destinazione il Montefeltro, un discreto attraversamento appenninico da ovest a est, poco più di 300km ma ore ed ore di viaggio considerate le strade dell’interno, comandate dall’andamento orografico delle nostre montagne.
I navigatori ci consigliano parecchia autostrada, noi vorremmo fare tutta statale e perderci tra i silenzi dei monti e dei passi, chi dei due avrà la meglio ancora non lo so, vi aggiornerò domani sera forse da Camping Paradiso a Carpegna o forse da una sosta libera in qualche prato appenninico sperduto nel nulla.

6 agosto Vagli di Sotto LU / Carpegna PU KM 308

Siamo arrivati nel Montefeltro nel tardo pomeriggio dopo una lunga attraversata appenninica, abbiamo optato per l’autostrada da Lucca ad Arezzo, ci sarebbe piaciuto in un primo tempo
navigare lungo le piccole provinciali ma il tempo di percorrenza sarebbe quasi raddoppiato e volevamo arrivare in campeggio entro sera.
L’ascesa al Montefeltro partendo da San Sepolcro ti apre il cuore: man mano che si sale il paesaggio diventa via via più selvaggio, verde e disabitato.
Pochi i paesi, quasi nullo il traffico veicolare, il Montefeltro accoglie il viandante senza destargli il timore che potrebbe suscitare la più austera Garfagnana con le sue provinciali strette ed a gomito dove se non suoni prima di una svolta cieca per annunciare il tuo arrivo ti ritrovi faccia a faccia con un camion dietro una curva impossibile.
Nel Montefeltro questo non può accadere, le curve sono più dolci, il paesaggio non è aspro, le montagne sono dei panettoni, ben lontane dalle cime aguzze delle Alpi Apuane.
Eppure nonostante questo paesaggio bucolico la sensazione di essere in to the wild e’ forse maggiore che nella Garfagnana, sensazione derivante dalla estremamente ridotta presenza umana.
Abbiamo mollato le ancore al Camping Paradiso a Carpegna, qui siamo agli antipodi rispetto al Rio Vaiano della Garfagnana: si viene accompagnati a visionare la piazzola su una golf-car elettrica guidata dal solerte titolare, la presenza di case mobili occupa la quasi totalità del campeggio fatta eccezione per tre terrazzamenti nella parte alta, le cui piazzole sono ovviamente state tutte prenotate da tempo.
A noi viene assegnata una squallida e stretta piazzola in un vialetto avente di fronte una fila di case mobili.
Pazienza, ce ne faremo una ragione, d’altronde siamo qui non per stare in campeggio ma per esplorare i dintorni che offrono meraviglie quali il Sasso Simone, il monte Carpegna, i paesi di Pennabilli e Urbino, l’eremo La Madonna del faggio ed il borgo medioevale di Frontino.
Ciliegina sulla torta: e’ atteso sabato il nostro equipaggio/fratello Tonale, trascorreremo insieme un paio di giorni di questa sosta.
Il programma di domani sarà l’escursione al Sasso Simone, con i suoi calanchi argillosi multicolori.
Vi relazionerò al rientro, domani sera.

7 agosto
La giornata di oggi è stata dedicata ad una piacevole escursione al Sasso Simone, il sentiero parte appena fuori dal campeggio ed in un paio d’ore conduce a questa maestosa formazione calcarea appoggiata sull’Appennino, la vista che si gode dall’alto spazia a 360 gradi sugli Appennini circostanti a perdita d’occhio.
Si possono anche osservare i famosi calanchi di argilla, formato dalle acque piovane nel corso di millenni, sono colorati questi calanchi ed il colpo d’occhio e’ notevole.
Il Sasso si trova al confine di Emilia Romagna, Toscana e Marche, sembra incredibile ma percorrendone il periplo si attraversano tre confini di regione.
Dalla sommità del Sasso, nel silenzio rotto solo dal vento impetuoso mi sentivo pieno di felicità e gioia, senza pensieri il mio sguardo vagava all’infinito tra queste montagne che montagne più non erano ma gigantesche onde di un mare di pietra vecchio come il mondo.

8 agosto
Oggi abbiamo fatto una bellissima escursione sul monte Carpegna, dalla sua cima lo sguardo spaziava fino a San Marino è più in là fino al mare.
E’ stato toccante il rientro perché invece che percorrere il sentiero siamo scesi tramite la ripidissima e faticosissima strada che utilizzava Pantani per allenarsi: su ognuno dei 22 tornanti campeggiavano scritte che inneggiavano al Pirata, un mito da queste parti.
Tantissimi i ciclisti che la percorrevano fino alla vetta del Carpegna, emulando il loro eroe.
Al rientro in campeggio ci attendeva l’equipaggio-fratello Tonale, passeremo con loro la giornata di oggi e domani, e’ molto emozionante incontrarsi in questo modo lontani da casa.

9 agosto
La giornata di oggi è stata dedicata alla visita di due perle: Urbino, cittadina rinascimentale inserita nell’elenco dell’UNESCO e il borgo di Frontino, inserito nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia.
Ci spostiamo con la famiglia Tonale ed iniziamo con Urbino, parcheggiata l’auto fuori dalle mura
passeggiamo tra le strade ed i vicoli della città natale di Raffaello, poiché il caldo e’ opprimente decidiamo di concederci un comodo tour con il trenino turistico, ci vengono date in dotazione le cuffie per l’audio guida, mi sento di consigliare questa esperienza anche se la trovò un po’ cara: 10 euro a testa per un giro di mezz’ora.
Dopo aver mangiato una ottima farinata in una gastronomia riprendiamo le auto e ci fermiamo a Frontino: il paese fortificato medioevale merita senz’altro una visita, di trova su una rocca e la vista spazia sui rilievi del Montefeltro.
Rientriamo accaldati, un bagno rigeneratore in piscina e poi una bella tavolata tutto insieme, domani ci separeremo: i tonale si fermeranno ancora un paio di giorni mentre noi lasceremo il campeggio.
Per noi inizierà una nuova fase di questo viaggio: se tutto andrà come previsto visiteremo in questi giorni alcuni dei paesi più belli e conosciuti dell’Appennino, inizieremo con Città di Castello per poi proseguire con Gubbio.
Probabilmente per alcuni giorni ci appoggeremo ad aree di sosta camper

 10 agosto Carpegna Città di Castello 73km
In mattinata salutiamo l’equipaggio-fratello dei Tonale e lasciamo Carpegna ed il bellissimo e selvaggio Montefeltro non senza timori per le temperature che ci attendono in pianura.
Sostiamo con pranzo al valico di Viamaggio a 1000 mt s.l.m ed arriviamo velocemente percorrendo la E45 all’area sosta camper di Città di Castello.
Gratuita, con carico e scarico in teoria ha tutte le caratteristiche per essere una buona location per una sola notte a noi necessaria a visitare Città di Castello e l’eremo di Montecasale.
Sganciamo la roulotte ci apprestiamo a partire in auto verso l’eremo quando vediamo sopraggiungere una Fendt Bianco trainata da una Audi, treno nuovo di pacca.
“Che bello altri roulottisti!” Mi dice Rosi.
E ce ne andiamo.
L’eremo di Montecasale e’ una perla del XII secolo incastonata nella montagna, nato come eremo e ospedaletto per dare aiuto ai pellegrini in transito verso l’Alpe della Luna viene poi donato a San Francesco che vi soggiornerà per un tempo.
Non è rinomato come i santuari francescani de La Verna e Camaldoli ma egualmente questo luogo santo emana una energia spirituale chiaramente avvertibile anche per un non credente.
Ci fermiamo qualche minuto in meditazione nella piccola chiesetta, passeggiamo in silenzio nell’oratorio di San Francesco e nei vari locali che costituiscono il corpo di questo eremo, una pace ed una grande rilassatezza ci invadono.
Rientriamo alla nostra area sosta e appena entriamo ci rendiamo conto che le roulotte sono aumentate: sono due adesso le famiglie di caravanisti arrivate.
Che bello pensiamo, stanotte si dorme in compagnia.
Ci mettiamo un nano secondo a capire che i fratelli roulottisti sono zingari.
Sosta rovinata.
Visita di Città di Castello a rischio.
Chiamo i carabinieri della città per chiedere info, per capire se si siano verificati furti recentemente in questa area sosta.
Non sanno, mi confermano che è spesso teatro di sosta da parte di alcune famiglie di zingari e che avrebbero mandato una pattuglia a vigilare.
Per nulla rassicurati agganciamo e ce ne andiamo velocemente alla vicina area sosta Il Boschetto a pagamento con tutti i servizi e doccia.
Peccato che sia uno zanzaraio ed a poche decine di metri scorra la sopraelevata della E45.
Lo sapevamo, lo avevamo letto nelle recensioni ma meglio il rumore che rischiare di farsi rubare la roulotte.
Visitiamo Città’ di Castello passeggiando tra le sue stradine del centro, la sera con il fresco e’ piacevole lasciarsi trasportare dall’atmosfera un po’ decadente di questa cittadina.
Ceniamo in un ristorante e rientriamo, il mattino dopo ci attende una levataccia per raggiungere di buon’ora l’agricampeggio Casella del Piano a Gubbio dove ci incontreremo con l’equipaggio-fratello Coletta, ci fermeremo una sola notte per visitare Gubbio e Fabriano.
La sera mi siedo al fresco fuori dalla roulotte e medito sulla vita che spesso fanno coloro che sostano sistematicamente fuori dai campeggi preferendo le aree di sosta: non voglio giudicare, ognuno vive il plen air come meglio crede ma si tratta di una vita che non fa per me, in costante timore che possa accadere qualcosa di spiacevole.
Certo, non sempre è così, noi anche in passato abbiamo sostato in aree sosta ma sempre situate in piccoli comuni o addirittura in luoghi selvaggi, l’unica volta che abbiamo fatto una eccezione e’ stata questa a Città di Castello ed i risultati si sono visti.
Mai più.


11 agosto Citta’ di Castello/Gubbio km 46
Partiamo di buon mattino, dopo una notte infernale a causa del rumore di traffico sulla E45.
Arriviamo attorno alle 9,30 a Gubbio all’agricampeggio Casella del Piano, poche piazzole, elettricità, carico e scarico, piscina €25 al giorno.
Ci incontriamo con la famiglia Coletta, i quali appena piazzata la roulotte si fiondano a cannone per visitare Fabriano e Gubbio, noi siamo troppo stanchi, oggi non faremo altro che prendere il sole, bagni in piscina, pennichelle e relax.
La sera tavolata tutti insieme, domani i Coletta ripartiranno, noi abbiamo deciso di utilizzare questo agricampeggio per visitare i dintorni: Gubbio, Assisi, le grotte di Frasassi.


12 agosto
Oggi abbiamo fatto una doppietta: Gubbio e grotte di Frasassi.
Salutato l’equipaggio-fratello dei Coletta in partenza per il lago di Piediluco ci dirigiamo alla vicina Gubbio, parcheggiamo facilmente l’auto ci perdiamo per le vie ed i vicoli di questa bellissima città medioevale.
Innumerevoli sono le bellezze di Gubbio, antichissima città-stato pre-romanica, da sempre capitale degli Umbri, vede i suoi splendori sia ai tempi dell’ Impero Romano sia come città Rinascimentale.
Da visitare assolutamente il Palazzo del Console, considerato a ragione uno dei più bei palazzi italiani, le chiese, tutte risalenti al secolo XI, XII e XIII, le botteghe dove ancora i fabbri battono a mano il ferro, perdersi tra le vie lastricate di pietre, comperare la crescia, la tipica focaccia/piadina di Gubbio o le specialità al tartufo, così diffuse da queste parti.
Consiglio di evitare le trappole per turisti raggruppate in prossimità della piazza Grande: negozi di calamite, santini e paccottiglia varia, fortunatamente sono pochi e come detto ben delimitati in una sola zona della città.
Ma è già ora di spostarsi a Genga per visitare le grotte di Frasassi.
Ci arriviamo in meno di un’ora grazie alla efficientissima rete viaria umbro-marchigiana.
Fa un caldo bestia, sono le 15 e ci fiondiamo in biglietteria ad acquistare l’accesso alle grotte: il primo giro disponibile e’ alle 16,50.
Non ci resta che sdraiarci all’ombra di una pianta nel parchetto del piazzale e pazientare, ne approfitto per fare una pennichella.
Finalmente arriva il nostro turno, entriamo nelle grotte a temperatura costante 14 gradi ed inizia un sogno.
Un sogno fatto di concrezioni di calcio che formando stalattiti e stalagmiti dalle forme meravigliosamente belle guidano per mano il visitatore in un mondo fatto di stupore.
Io e Rosi ci scopriamo a guardare le magnifiche forme con gli occhi spalancati di bambini.
Scoperte nei primi anni 70 sono tra le più belle grotte al mondo, così ci viene spiegato e noi ne siamo convinti.
Rientriamo stanchi all’agricampeggio Casella del Piano, un porto sicuro in questi giorni di tutto esaurito.
A questo proposito non abbiamo le idee chiare sul da farsi: dopodomani come da programma avremmo dovuto partire ma un giro di telefonate ci fa desistere: sia nella Majella che nel Parco nazionale d’Abruzzo tutti i campeggi sono pieni fino al 16.
Stiamo meditando di evitare salti nel buio e trascorrere il ferragosto in questo bel posto tra escursioni, relax in piscina e buona cucina.
Beh domani ci aspetta Assisi, poi vedremo.


13 agosto
Oggi visita ad Assisi, grazie alla ottima rete viaria umbra arriviamo alla città di San Francesco in un baleno.
Assisi e’ meravigliosa, se Gubbio ed Urbino ci avevano affascinato Assisi ci rapisce in un sogno, ogni via, ogni vicolo, ogni palazzo rimandano al medioevo ed al Rinascimento, passeggiare per Assisi significa venire trasportati in un’altra epoca.
Visitiamo la basilica di San Francesco, gli affreschi del Giotto lasciano basiti, entriamo nella cripta dove è sepolto il Santo, colpisce vedere la devozione della gente.
Visitiamo anche Santa Chiara e San Pietro poi il caldo ha la meglio, ci taglia le gambe e la volontà.
Bisogna stare un po’ attenti, Assisi e’ una grande “ tourist trap” il centro e’ pieno di negozi di paccottiglia, calamite, santini, croci, immagini sacre, pseudo specialità gastronomiche umbre.
Stiamo attenti ma alla fine ci fregano pure a noi: entriamo in un ristorante, due insalate grandi con una birra ed un bicchiere di vino 47 euro.
E poi le folle, le folle.
Entrano sconclusionatamente nella basilica del santo, dove campeggiano cartelli con scritto SILENZIO, parlano ad alta voce, si urtano, inciampano, non vedono dove mettono i piedi.
E’ il turismo di massa, quello da un tot al chilo, che invade, consuma e lascia macerie al suo passaggio.
Li guardo con infinita tristezza cercando all’interno della basilica del Santo un luogo dove meditare in silenzio.
Chissà, Francesco non so se approverebbe questo immenso circo.
Rientriamo in agricampeggio, meno male che la sera porta il fresco, l’escursione termica tra giorno e notte e’ notevolissima passando dai 37 di massima ai 14 di minima.

14 agosto
Questa mattina sveglia di buon’ora, ci aspetta l’escursione al Monte Cucco, la vetta più alta della omonima riserva naturale.
Il sentiero parte dal campo di volo libero a 1150 mt s.l.m un percorso ad anello regala un panorama bellissimo sugli Appennini circostanti, saliamo alla vetta e comprendiamo perché il panorama dal Cucco sia considerato il più bello degli Appennini del centro-sud Italia: la vista spazia sino al Conero e l’Adriatico,il monte Falterona,i monti Sibillini, il Terminillo, i Monti della Laga.
Rientriamo al punto di partenza da dove coloratissimi deltaplani prendono il volo e librandosi leggeri emulano il sogno di Icaro.
Eccoci in agriturismo, mostruosamente accaldati ci tuffiamo in una piscina ristoratrice, sia essa benedetta nei secoli dei secoli.
Amen

15 agosto
Oggi è ferragosto, abbiamo dedicato la giornata al pieno relax pranzando al ristorante dell’agriturismo: menu con antipasto di salumi, due primi e due secondi, roba da uscire grassi, il mio vegan dimenticato per un giorno.
Pomeriggio trascorso ad oziare, sera a letto senza cena, si vede che non siamo abituati a questi baccanali, molti ospiti dell’agriturismo che come noi si sono alzati da tavola alle 15,30 alle 20 erano nuovamente seduti a mangiare una grigliata con antipasti di salumi presso il ristorante della struttura.
Finalmente abbiamo trovato un campeggio in montagna disposto ad accettarci domani pomeriggio: in questi giorni avevamo ripetutamente contattato strutture sia nel Parco nazionale d’Abruzzo, nella Majella ed in Molise ma erano tutte al completo, per fortuna questa nostra sosta “forzata” si è rivelata decisiva per visitare parecchie situazioni che avevamo in programma, soprattutto la presenza della piscina è stata fondamentale a causa delle temperature torride di questa settimana, avevo predisposto delle soste alternative in due aree sosta ma il caldo ci ha fatto desistere in favore di Casella del Piano con la questa  bella piscina.
Domani ci dirigeremo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, ad Opi, Camping Vecchio Mulino, un campeggio in mezzo alla natura segnalatomi da Nessie in quanto da lui e dal suo gruppo di viaggio visitato pochi giorni fa.
Saranno giorni di escursioni in montagna, natura e fresco.
Con una certa soddisfazione mi lascio alle spalle questi giorni di pianura con visita alle città rinascimentali e medioevali, visite doverose a dire il vero, che avevamo sempre rifuggito nei precedenti viaggi in Appennino per timore del caldo, adesso ci siamo tolti questo chiodino, possiamo tornare in montagna, nell’amato Appennino, nei luoghi del silenzio.

16 agosto Gubbio-Opi 273km
Oggi abbiamo lasciato Gubbio attorno alle 10, abbiamo puntato il treno caravanistico inesorabilmente verso le montagne regine degli Appennini; il Parco Nazionale D’Abruzzo.
Siamo arrivati al campeggio Il Vecchio Mulino ad Opi in provincia de L’Aquila a 1064mt s.l.m.
Ci si arriva attraversando la strada regionale 83 dei Marsi, una strada panoramica e poco trafficata.
La prima impressione che ci offre il campeggio e’ di un caos indescrivibile: ci fermiamo alla reception e  dietro di noi si forma una fila caotica di camper che come noi devono fare check in, veniamo invitati a scegliere la piazzola velocemente per liberare il passaggio dell’ingresso, il camping e’ abbastanza angusto soprattutto l’ingesso non offre molto spazio ai veicoli in entrata.
Siamo fortunati, troviamo una piazzola abbastanza ombreggiata e grande, prima di montare il campo ci beviamo una buona birra rinfrescante.
La sensazione di confusione non cessa: camper che entrano, auto che escono, biciclette, bambini che corrono, non li sarei aspettato tutto ciò in un campeggio di montagna, sembra di essere a Rimini, potrebbe essere dovuto al fatto che il check in inizia inspiegabilmente da regolamento alle ore 16, normale che si formi un tappo a quell’ora.
La temperatura rispetto alla pianura e’ una pacchia, 26 gradi, alle 20 cala il sole ed ogni residuo di caldo svanisce, temperature in picchiata, all’aperto si può stare solo con felpe e pantaloni lunghi, c’è persino chi indossa la giacca a vento.
I bagni del campeggio sono vecchi e sottodimensionati rispetto al numero di ospiti, le docce sono belle calde, ne approfittiamo subito.
Dopo cena mentre vi scrivo queste righe gli occhi mi si chiudono dalla stanchezza, a nanna presto, domani si parte a conoscere il territorio: Pescasseroli, Opi, lago Barrea nonché ricerca info sui trekking da fare.

17 agosto
Giornata dedicata alla conoscenza del territorio: prima tappa il centro informativo della Val Fondillo a pochi passi dal campeggio da dove si dipanano alcuni tre i più spettacolari sentieri del parco.
Poi e’ la volta di Pescasseroli, la perla del Parco Nazionale D’Abruzzo.
Devo essere sincero, in altre mie visite da queste parti l’avevo sempre evitata perché la consideravo troppo turistica, certo turistica lo e’ eccome ma è di una rara bellezza, almeno il suo centro storico con caratteristiche case in pietra, gerani alle finestre, negozi di specialità alimentari locali e di artigianato.
Seconda tappa: Opi.
Paese inserito nel circuito dei più bei borghi d’Italia, antico paese di vocazione agropastorale ora vive di turismo, lo testimoniano i tanti B&B ricavati da antiche abitazioni in pietra.
Terminiamo la nostra giornata al lago artificiale di Barrea reso balneabile da quest’anno, ci concediamo un bagno tra le sue acque color smeraldo prima di rientrare per la cena, ha piovuto un poco, roba da nulla, eppure sufficiente a creare al calar del sole una umidità fortissima in tutto il campeggio, non invidio i tendisti in questo momento, noi siamo in roulotte con l’ultraheat acceso, in un ambiente di intimità famigliare che solo una roulotte può dare.
Domani ci aspetta la prima escursione nella val Fondillo.

Ore 21,28:
esco dalla roulotte nel buio pesto per andare a lavare i piatti, un via vai di camper che entrano in campeggio, nemmeno si prendono la briga di uscire dalla cabina, spegnare il motore e girare a piedi in cerca della piazzola, no, li vedi ingessati dentro i loro camper immobili come statue di sale a girare dentro il campeggio per piazzarsi.
Ma come, mi dico io, cosa ci fa un equipaggio in camper con il buio pesto, una umidità tremenda in giro per una statale del parco nazionale d’Abruzzo? Perchè nessuna roulotte entra a quest’ora?
E mi rendo conto della distanza abissale che separa un caravanista da un camperista, sono geneticamente differenti, separati da una distanza siderale su come vivere il plen air ed il campeggismo.

18 agosto
Ore 19,35.
Sono comodamente seduto in dinette, fuori pioviggina, ci saranno 13 gradi.
Dentro profumo di funghi in cottura, tepore e quel senso di magica intimità che solo chi ha dormito in roulotte almeno una volta in vita sua può comprendere.
Oggi abbiamo fatto una bella escursione in Val Fondillo, sentiero F2 fino al “passo dell’orso” a 1672, un dislivello di 540mt su un percorso di 16 km la maggior parte dei quali all’interno di una immensa faggeta.
Durante il cammino due sorgenti, vedere l’acqua che sgorga limpida dalla terra e’ uno spettacolo che mi riempie di meraviglia e che non cessa di lasciarmi stupito ed attonito come un bambino.
Rientriamo nel tardo pomeriggio, il tempo di riposarsi sulle sdraio, farsi la doccia sorseggiare un buon the ed e’ già ora di cena.
Domani tenteremo il colpaccio: il monte Monte Marsicano un baluardo di 2252 metri che veglia su Opi e Pescasseroli manco dovessero arrivare gli eserciti dei Lanzichenecchi.
Partiremo da quota 1100, una scommessa per noi che non siamo allenati,1100 metri di dislivello, 8 ore di cammino, vedremo, noi ce la metteremo tutta.

19 agosto
Eccoci di rientro dal l’escursione sul monte Marsicano.
E’ stata una esperienza molto bella, estremamente faticosa ma appagante, non avevamo le gambe per coprire il dislivello di 1100 metri me con sforzo di volontà ci siamo riusciti, la vista dalla cima e’ impressionante: ovunque catene montuose a perdita d’occhio, sembrano immense onde di un mare agitato, nitidamente da una parte il massiccio della Majella, inconfondibile nella sua maestosità, sembra invitarci, neanche sapesse che domani ci andremo.

20 agosto Opi- Campo di Giove 73 km
Ci svegliamo ancora pieni di acido lattico per l’escursione di ieri, uno sguardo all’incombente Monte Marsicano, lo guardiamo con affetto, c’è l’abbiamo fatta.
Telefono al Camping Orsa Minore a Campo di Giove, Parco Nazionale della Majella, finalmente ci danno l’ok, hanno posto, erano 10gg che lo inseguivamo come un miraggio.
Smontiamo velocemente il campo, due camperisti litigano, arrivano a male parole per una questione di viabilità interna al campeggio, roba da matti.
Partiamo dopo aver salutato i simpatici vicini e ci fiondiamo a cannone verso la Majella.
Primo intoppo a pochi km: la strada regionale del Parco nazionale d’Abruzzo passa attraverso Villetta Barrea, strada stretta intasata di camper e auto di turisti.
Ne usciamo indenni, secondo intoppo il lungolago di Barrea: auto posteggiate ovunque, terzo intoppo: Barrea, di una bellezza indescrivibile, piena zeppa di auto, camper e come se non bastasse una processione.
Ne usciamo indenni anche stavolta.
Adesso le statali si dipanano veloci sotto le ruote del treno caravanistico che pare voler volare per raggiungere la nuova meta.
Prima di arrivare attraverseremo gli Altipiani Maggiori d’Abruzzo a 1270 s.l.m meno famosi del Piano Grande dei Sibillini o di Campo imperatore ma altrettanto affascinanti.
Arriviamo a Campo di Giove, il navigatore ci abbandona, cartello del campeggio neanche a parlarne, chiediamo ad una signora che gentilmente ci indica la strada, passa ovviamente attraverso il centro storico di Campo di Giove, benedico il fatto di non avere una caravan troppo grande.
Entriamo in campeggio e subito capiamo di essere capitato in un posto unico: il Camping Orsa Minore non è un campeggio, e’ un sogno circondato dal massiccio della Majella, ovunque si volta lo sguardo lei è lì con una presenza che non può essere ignorata.
Il silenzio è totale, la gente parla sottovoce quasi a non voler disturbare i silenzi di questo magico luogo.
La reception: una roulotte dipinta a colori sgargianti, qui siamo agli antipodi dei campeggi-villaggi dei giorni nostri, bagni semplici e puliti, unica altra costruzione: una biblioteca.
Si una biblioteca.
Voglio dire, nell’Italia dei campeggi-baraccopoli o mega-super-villaggi-spa questi dell’Orsa Minore cosa ti hanno costruito: una biblioteca, piena di libri.
Il sapere, la cultura in contrapposizione al turismo da un tot al chilo.
Qui il tempo si è fermato, vento e silenzio.
Sole a picco ma a queste altezze non disturba, monto il campo, vorrei rimanere qui per sempre e non svegliarmi mai da questo sogno.

Ore 21,50
Nel campeggio regna la tranquillità, nessuno fiata, forse timorose di disturbare la Majella le parole si fanno eteree, impercettibili.
Io e Rosi andiamo nella parte alta del campeggio, la più panoramica e meno illuminata, un gruppetto di ragazzi chiacchiera di fronte al fuoco, la volta stellata sopra di noi sembra crollarci addosso da un momento all’altro tanto e’ compatta.
Ci voltiamo d’istinto verso il Massiccio, a quest’ora non è altro che una immensa ombra nera, muta, che ci veglia dall’alto dei suoi 2.793 metri, il mio pensiero torna ossessivo a questa Majella, grande, immensa, potente montagna appenninica.
Ah! Majella! Se avessi le gambe per poter raggiungere la tua cima!

21 agosto
La giornata di oggi è stata dedicata al riposo in campeggio dopo aver visitato il bellissimo borgo di Campo di Giove del XV secolo.

22 agosto
La giornata di oggi è stata dedicata alla scoperta di alcuni paesi dei dintorni, ci siamo mossi di buon’ora per visitare Rocca Caramanico, delizioso paesino medioevale disabitato dagli anni 70 fino a qualche anno fa.
Ora grazie al prezioso lavoro di una associazione locale l’interesse verso questo paese è in costante aumento, buona parte delle case sono state recuperate e restaurate, c’è un bed and breakfast ed un piccolo bar-ristorantino.
I residenti invernali sono 7.
Lasciato Rocca Caramanico siamo andati a Caramanico Terme, la strada che collega questi paesi offre scorci bellissimo sulla sovrastante Majella.
Caramanico Terme e’ stabilimento termale dal 1700, il paese e’ molto bello, vivo e ben abitato, pranziamo in un ristorante con prodotti locali, i prezzi sono buoni.
Segue la visita all’eremo di Santo Spirito sopra Rocca Morice: una suggestiva costruzione incastonata nella roccia calcarea, per edificare l’abbazia hanno letteralmente scavato nella roccia, spesso abbiamo riscontrato questa tecnica anche in Umbria e nelle Marche.
Santo Spirito e’ stata fondata da Celestino V nel 1200 su un eremo preesistente.
Rocca Morice ci riserva una piacevole sorpresa: casualmente conosciamo Irene che per la pro loco si offre di guidare i turisti alla scoperta di questo bellissimo paese in pietra, ci conduce per mano in una visita da sogno tra case medioevali, storie di miniere e di emigrazione.
Rientriamo in campeggio a campo di Giove stanchi ma felici della giornata trascorsa.


23 agosto
Oggi è l’ultimo giorno di questa fase di montagna-appennino, abbiamo deciso di fare una visita non impegnativa in modo da avere libero il pomeriggio per riposare e smontare per poter partire presto domattina.
Abbiamo quindi scelto di visitare Pescocostanzo, distante solo 25 km da Campo di Giove.
Si arriva a questa perla degli abruzzi dopo aver attraversato un vasto quanto bello altipiano a 1300 s.l.m.
Altopiano interamente coltivato o adibito a foraggio.
Pescocostanzo e’ di una bellezza da far impallidire Pescasseroli, paese che noi ritenevamo il più bello fino ad ora visitato in Abruzzo.
Inutile dire che è inserito tra i più bei Borghi d’Italia, e’ interamente recuperato ed intelligentemente restaurato utilizzando materiali, tecniche e architetture integralmente coeve.
Visitatissimo, con negozi e botteghe di alta qualità che me lo fanno paragonare alla Courmayeur d’Abruzzo.
Entriamo nel museo del merletto con la tecnica del tombolo, sono esposte opere d’arte di inizio 800, i merletti a tombolo di Pescocostanzo sono famosi in tutto il mondo.
Ci accoglie una gentile quanto appassionata curatrice museale che ci illustra i principi della tecnica e ci affascina parlandoci di Pescocostanzo nel suo passato e della sua attuale vocazione turistica.
Prima di rientrare in campeggio visitiamo la cattedrale, seconda solo a quella di Assisi fra tutte le chiese da noi visitate quest’anno.
Ci uniamo al popolo degli aperitivi in piazza e poi via verso il campeggio per un pranzo a base di bruschette ed insalata di pomodori

24 agosto
Oggi è stata una giornata incasinata, almeno nella sua prima parte ed iniziata ieri sera.
Ieri andiamo a letto presto, la sveglia puntata alle 7 per partire per il Conero e ricongiungersi con la famiglia/fratelli tonale.
Ore 23,30 in pieno sonno suona il telefono.
Porca miseria e’ l’Ale che ci dice che al camping Medusa a Porto Recanati c’è un problema: le piazzole assegnateci sono al confine con la strada che porta al Conero, un inferno di auto moto e scooter dalle 6 del mattino a notte fonda.
A questo si aggiunge la chicca della pista kart frequentatissima fino alle ore 23.
Noi abbiamo già pagato e smontato, dobbiamo partire al mattino, loro ci comunicano che se la direzione non ci sposta le piazzole mollano il campeggio, invivibile.
Ci fidiamo ciecamente del giudizio, Toni ed Ale hanno una enorme esperienza, se ci segnalano una criticità per noi è accettata.


25 agosto Campo di Giove/ Porto Recanati 216km
Il mattino partiamo senza una meta precisa: in caso di cambio piazzola ci saremmo ritrovati al Medusa in caso di diniego si sarebbero aperte le porte dell’ignoto.
Fa niente ci diciamo, abbiamo una casetta viaggiante con scorte di acqua e cibo, qualcosa accadrà.
Fortunatamente mentre siamo in viaggio alla cieca verso la costa adriatica toni mi telefona comunicandomi che ci hanno spostato in una zona più interna del campeggio.
Arriviamo al Medusa dopo 4 ore di rallentamenti, il campeggio in zona Conero e’ il classico villaggio con migliaia di ospiti, siamo agli antipodi di quanto abbiamo vissuto fino ad ora, Porto Recanati e’ un circo Barnum di gente, auto, scooter, bar, ristoranti, luna park, e go kart.
Non c’è più la montagna, la maestosa Majella e’ stata sostituita dalle effimere luci di un luna park, i silenzi delle montagne sono ora il caos del turismo di massa.
Lo sapevamo, nulla di nuovo, lo abbiamo fatto consapevolmente per finire gli ultimi giorni di vacanza al mare ed in compagnia di un equipaggio/fratello.
Se penso però che c’è chi passa tre settimane in un posto come questo spendendo 70 euro al giorno per un campeggio sovraffollato in una piazzola stretta e circondato di case mobili dove si spende ancora di più mi chiedo come sia possibile, poi Rosi mi richiama alla saggezza dicendomi di non impicciarmi delle altrui scelte.
Terminiamo la giornata con una ottima spaghettata di frutti di mare.
La Majella e’ ormai lontana, il mio cuore e’ rimasto la’.
Torneremo.
Majella, te lo giuro.


29 agosto Porto Recanati/Milano km 460
Eccoci di rientro da questo bel viaggio, i 4 giorni trascorsi a Porto Recanati sono sati sereni e di totale relax, si era a fine vacanza, arrivavamo da tre settimane di vagabondaggio, comprensibile quindi la mia poca voglia di muovermi e visitare i dintorni, oltretutto al Conero ci eravamo già stati alcuni anni fa per cui abbiamo stanziato senza sensi di colpa dedicandoci ai bagni, sole e buona cucina.
La compagnia con la famiglia Tonale è stata di altissimo livello come deve essere una vera amicizia che ormai è diventata vera e propria fratellanza, buon cibo, buone chiacchiere e tanto riposo.
Arrivati a Milano nel pomeriggio senza troppo traffico o code in autostrada.

Un Bilancio e considerazioni finali
L’Appennino si conferma una meta imprescindibile, paesini in pietra arroccati sulle colline, gente vera e cordiale, prezzi molto più bassi che lungo la costa.
Terra di eremi e santi l’Appennino si presta perfettamente al turismo sacro, le sue montagne selvagge, i suoi Parchi Nazionali lo rendono perfetto a chi ama vacanze sportive, le sue cittadine rinascimentali sono perfette per un turismo colto ed i suoi paesini in pietra arroccati sui monti testimoniano un’Italia lontana anni luce da quella dei centri commerciali, un’Italia dove la gente fa ancora la spesa nei negozi di vicinato, dove i vecchi si spostano sugli Ape car trasportando la legna.
Un’Italia dimenticata dalla politica che altrove potrebbe essere una formidabile risorsa turistica ma che da noi è dimenticata e spopolata.
Un’Italia da valorizzare e da visitare, prima che sia troppo tardi.


Chilometri percorsi 3.151
Ore di guida 68,50

 

Altri viaggi che potrebbero interessarti